sabato 21 maggio 2011

BERLUSCONI, PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA


Quando pensiamo a un confronto elettorale in un paese civile, le immagini che scorrono sono quelle di candidati che si confrontano in un rapporto anche aspro, polemico, ma di reciproco riconoscimento e rispetto. In una logica di alternanza, di regole condivise, dove l'avversario non è un nemico, ma un interlocutore.

Con Berlusconi, in Italia non è così. Per salvarsi dai processi e per mandato di alcuni poteri forti reazionari, che stanno inquinando la vita democratica del paese da decenni, Berlusconi non esita a trasformare ogni confronto elettorale in una campagna di violento linciaggio dell'avversario.

Usa ogni arma lecita e illecita, con una sequela di micro coupe d'etat per avvantaggiarsi su tutto. Come sui referendum sul nucleare, l'acqua e il legittimo impedimento, dove falsa le carte in tavola con altrettanto furbesche modifiche alle leggi in questione (vedi le norme che riguardano il nucleare e l'acqua) per evitare la consultazione del 12 giugno. Se poi non riesce a evitarla, con il suo controllo dei media oscura comunque ogni informazione sull'appuntamento referendario del 12 giugno.

Usa il potere dei media per avvantaggiarsi nell'informazione e nella presenza in tv e in radio con comizi che sarebbero illegali e riconosciuti come ignobili da tutta la popolazione in ogni paese civile. Come l'ultimo monologo a reti praticamente unificate, eccetto RAI 3 e La7, fatto con arroganza e protervia, per contrastare l'ascesa di Pisapia a Milano e di De Magistris a Napoli.

Berlusconi parla a sudditi che ritiene ancora facilmente manipolabili con una presenza massiccia della sua persona in tv, con la propaganda invasiva e con la violenza verbale.

Ma quello che è peggio, è la logica politica che anima questo personaggio che purtroppo ha ancora tanti colpi da sparare. L'avversario è un nemico da battere a tutti i costi. Con un propagandismo anticomunista trito, vecchio e squallido, anacronistico e delirante, butta fango sulla controparte. Sono argomenti che nessun politico sano di mente in Francia, nel Regno Unito, nell'Europa dove la democrazia liberale ha una lunga tradizione, si sognerebbe di sostenere. Ma Berlusconi non è di questa tradizione. E' bene che Bersani e soci lo comprendano bene. Che non sottovalutino la questione.

In europa ci sono le socialdemocrazie, i laburismi e, con essi, esistono forze politiche della sinistra radicale, anche comunista. Berlusconi falsa la storia dell'Europa, che ha visto in molti paesi i partiti comunisti come soggetti politici della Resistenza al nazifascismo e partecipi alla costruzione delle democrazie post-belliche. In Italia e in Francia in primis.

Berlusconi sostiene che in questi paesi se ci fossero i comunisti, i "democratici" farebbero come lui. C'è una notizia per il prode Silvio anticomunista: in questi paesi i comunisti ci sono e sono riconosciuti come interlocutori nella vita politica. Semmai è Berlusconi che imbarca nazisti e neofascisti d'ogni risma nelle sue liste elettorali e nel suo partito, dopo averli sdoganati quando è sceso in politica.

Berlusconi demonizza l'avversario con insulti, campagne denigratorie, violando con il potere del danaro, dei media e della posizione di governante, ogni regola. Non solo fa di tutto per non farsi processare, ma farà qualsiasi cosa e con ogni mezzo possibile e impossibile per evitare quello che in ogni paese civile è il sale della stessa democrazia parlamentare: l'alternanza al governo. Confonde governo con potere. Lui pensa di avere il potere e pensa di non volerlo cedere costi quel che costi. Per questo Berlusconi è una lebbra per il corpo sano della nostra democrazia, è una metastasi pericolosissima, di cui, a causa di un arco politico costituzionale in massima parte corroso dall'ignavia e dall'immobilismo, abbiamo perso gli anticorpi.

Troviamo normale l'usuale dose quotidiana di fascismo, di discriminazioni. Troviamo normale che dei lavoratori come i pastori sardi vengano pestati e rispediti all'isola, appena scesi da Civitavecchia, normale che una legge civile come quella contro l'omofobia non trovi un'approvazione di default per uniformarci agli altri paesi europei, protestiamo in modo del tutto inadeguato, come se fosse una questione qualsiasi, contro lo scippo dei referendum, il sabotaggio eversivo fatto dal governo e dai suoi scagnozzi dentro i consigli di amministrazione della RAI.

Berlusconi è un pericolo per la democrazia, perché la sta già trasformando in regime autoritario, giorno dopo giorno. E quando il suo castello di carte crollerà di fronte alle stesse contraddizioni che stanno vivendo paesi come la Grecia e la Spagna, quando non potrà più governare con la corruzione perché non può accontentare la voracità di tutti "responsabili", quando le urne lo condanneranno all'opposizione, potrà accadere di tutto, stiamone certi.

Che tutti i democratici vigilino e si mobilitino con forza di fronte a ogni tentativo neopiduista di sovvertire il sistema democratico.

E i non comunisti saranno tanti a rispondere all'appello inevitabile che risuonerà nel paese come una seconda Resistenza, caro il mio merda (così Cesare Pavese chiamava un certo signore in orbace e dal mento volitivo). In ballo non c'è l'avvento di una repubblica bolscevico-talebana, ma la democrazia e la nostra stessa Costituzione. Un'idea di civiltà e di paese basati sull'uguaglianza nei diritti e davanti alla legge, sui valori di bene comune e di collettività sopra ogni interesse privato ed egoistico. In due parole, la convivenza civile.


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