domenica 18 aprile 2010

VALORI CONDIVISI, O E' LA FINE...

C’è voluta una manifestazione di 50 mila persone, l’incatenamento di attivisti ma, soprattutto, la presa di posizione della Comunità Europea, per arrivare alla liberazione dei tre sanitari di Emergency. Se fosse stato per il governo Berlusconi, i tre volontari, che va ricordato, sono in Afghanistan per curare le persone, in un’opera di alto valore civile ed etico, sarebbro rimasti nelle galere afghane ad interim. Che diamine, mica erano contractor fascisti e paramilitari come la banda dei quattro sequestrati in Irak!

Con questa, La Russa e soci hanno toccato il fondo. In discussione ci sono valori profondi, che la società italiana dava per acquisiti, scontati, inviolabili, prima che Berlusconi sdoganasse i fascisti, facesse volare alto la Lega, imponesse al paese l’arbitrio del più forte, l’ambiguità delle relazioni con le mafie, la discriminazione per sesso, etnia, cultura, religione.


C’è infatti un filo che lega l’ignavia complice della diplomazia del governo sul caso Emergency e i bambini a casa dalla mensa ad Adrio, o fuori dai pulmini a Padova, nei migranti minorenni messi in detenzione nei centri di permanenza temporanea o rispediti a casa, nei profughi dentro le topaie, nelle schedature dei bambini rom... e potrei continuare in una litania di “belle imprese” razziste e forcaiole.

Il filo è l'affermazione di valori improntati sul più lurido egoismo di casta, della logica del più forte, della definizione della propria identità contro la diversità dell'altro, etica o no, l'inutilità di tutto quello che non è funzionale a far soldi, creare e gestire potere. Questo è.


Il paese civile c’è, risponde, lotta. Ma non ha un vero punto di riferimento. Non ce l’ha in un PD incoerente e opportunista. Non c’e l’ha in una sinistra radicale litigiosa, gruppettara e autoreferenziale. Non ce l’ha in un grillismo che sfocia nell’apoliticità del “non sono di destra né di sinistra”. Non ce l’ha in un’intellettualità che ha mandato il cervello all’ammasso e vive di posizioni di rendita elitarie. Non ce l’ha proprio. Eppure c’è, esiste e resiste.


Avevo posto nei miei precedenti nterventi sul blog, la questione democratica come la questione centrale per il paese e per le classi popolari. Lo sviluppo dello scontro politico a destra conferma la mia tesi. Paradossalmente (ma mica tanto!), l’affermazione di una destra democratica fa bene alla democrazia italiana. La sinistra dovrebbe muoversi per favorire la genesi di un soggetto politico di centro-destra che sia un vero interlocutore nella dialettica delle parti, che riconosca valori comuni e condivisi esattamente come in Francia, nel Regno Unito, nelle democrazie più mature. Superando il piduismo filoclericale, il golpismo da operetta, che tra quattro risate e un culo di velina, ci sta portando nel baratro della crisi economica più nera e verso un conflitto civile.

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