martedì 15 giugno 2010

POMIGLIANO, LA SINISTRA DOV'E'?


Secondo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «si poteva arrivare, con la buona volontà di tutti, a un accordo sull'assenteismo e sulla flessibilità senza sfiorare delicate questioni giuridiche. A questo punto bisogna valutare l'esito del referendum tra i lavoratori e bisogna fare in modo, e lo dico in particolare al governo, che questa vicenda eccezionale non prenda il carattere di esemplarità».
Questo dal Corriere.it. Notare la posizione di equidistanza del segretario del maggior partito di centro-sinistra, dell'uomo d'apparato, un tempo Ds, PDS e PCI.
Non una parola di sostegno alla lotta operaia per i diritti sindacali e del lavoro più elementari. Non dovevate incularli stravolgendo le regole... bastava la solita vaselina, ci dice in buona sostanza il Pierluigi. Non coglie, non può cogliere, non vuole cogliere la portata di questo attacco. E più in là, oltre l'albero del lavoro, non può, non vuole cogliere la foresta in fiamme della democrazia e dello stato di diritto, il filo che lega l'attacco allo statuto del lavoro a quello alla libertà d'informazione a quello dell'esercizio della giustizia e ai poteri dello Stato. Pierluigi non coglie e fa il cerchiobottista. Questo è il guaio della questione italiana. una questione di emergenza democratica che preoccupa tutta l'Europa e di cui il PD è responsabile come servo sciocco, come utile idiota nella commedia piduista ben orchestrata da poteri nell'ombra. Ma nell'ombra ormai neanche poi tanto.

Il guaio è l'assenza di un'opposizione vera. E' il "facciamo finta che" davanti ci sia un avversario politico normale e non una canaglia che ha creato la seconda repubblica dalle bombe di capaci e di via d'Amelio, da accordi osceni con i capi bastione mafiosi. Loro regalano l'etere a Rete 4 contro sentenze di legge che la mettevano sul satellite. Chissà per quale, loro sottolineo, contropartita. Loro partecipano allo scempio della cosa pubblica con politiche privatistiche sull'acqua, si astengono, trattano per cosa non si sa.
E' la politica dello gnorri che confida nell'imbecillità popolare dilagante. Ma io mi chiedo per quanto tempo ancora il mio popolo dovrà accettare questa farsa dei furbi e degli ignavi.
I nodi stanno venendo al pettine, ma un soggetto politico ancora non si vede. L'Italia dei Valori è l'unica vera opposizione parlamentare, ma non basta e poi non ha la cifra giusta, la visione di fondo di una trasformazione radicale della società che oggi, come dice il buon vecchio Monicelli, è un dovere sacrosanto da compiere, così come quando si andò in montagna.
Manca qualcosa di fondamentale: una sinistra di alternativa, che sia un soggetto unitario, un fronte, un cantiere progettuale comunque un'entità pronta anche alle estreme conseguenze nella resistenza al fascismo del terzo millennio. Per il nostro paese, per l'Europa, per stroncare questo banco di prova delle destre radicali transnazionali. Per riportare il clero nei soli luoghi che gli competono: i banchi di chiesa e le sacrestie.
Manca chi ha capito che la migliore difesa è l'attacco, è la disobbedienza civile, pacifista ma intransigente delle migliori tradizioni di lotta democratica. Oltre il legalitarismo imbecille e servo dei Cofferati di turno.
Manca chi ha la volontà di progettare sul serio il futuro, mettendo i cantiere le tante idee di società diversa e sempre più necessaria che ci sono e che vanno fatte vivere in un percorso comune. Manca chi sa che un movimento di cambiamento radicale della società, oggi necessario più che mai, è storicamente il movimento che abolisce lo stato presente delle cose, come ebbe a dire Marx. E non uso la parola comunismo, perché può anche essere qualcos'altro, in cui si esprime l'affermazione del bene comune sugli egoismi di casta, sugli appetiti della finanza oscena, in cui vivono concetti irrinunciabili come giustizia sociale, uguaglianza, fratellanza, ossia condivisione.
Un movimento ben più ampio della questione operaia, anche se questa ne è il punto centrale, il diritto al lavoro, a una vita liberata dalle alienazioni di un certo lavoro e di un certo consumo, di un certo processo di produzione e riproduzione di rapporti sociali e dell'ecosistema in cui viviamo.
Oggi, quando i cittadini diventano nuovi sudditi, diviene attuale, prepotentemente attuale non la rivoluzione d'ottobre, ma la rivoluzione francese. Va ricostruito il concetto stesso di cittadinanza, di fronte a una borghesia di pochi che possiede profitti e poteri e vive non di mercato ma di saccheggio delle risorse e dei soldi di tutti. Di fronte a una borghesia di tanti che finisce con andare a mangiare alle mense dei poveri, che perde case e averi, che non si proletarizza, ma che si depauperizza.
Quale modello allora? sarà bene trovarlo mandando in culo PD e compagnia bella. Prima che il conflitto sociale esploda senza una direzione politica costruttiva, con bande di cittadini più o meno consapevoli che marciano frammentate, i viola, gli anti-tav, gli anti-discariche, gli acqua-pubblica, i grillisti, i duri e puri dell'ortodossia rifondarola.
La sinistra, compagni, porca... dov'è?!

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