sabato 19 giugno 2010

SCIACALLI


E' di oggi la notizia sul Corriere.it che dipendenti comunali e ispettori hanno depredato per anni tombe e salme di anelli, collane, protesi, facendo fiorire un mercato nero di oro e leghe di vario tipo. Questa notizia è un fedele spaccato dell'Italia di questo periodo, oggi più di ieri: l'Italia degli sciacalli.

Questi tombaroli erano sciacalli in senso letterale, ma questa pratica, lo sciacallaggio si sta affermando con prepotenza in tutti gli ambiti della vita sociale, economica e politica del paese. A partire dalla iena ridens per eccellenza, il Cavaliere con i suoi 312 denti finti, che ha costruito il suo impero con la frode e l'evasione, che ha scippato il maggior trust imprenditoriale con l'inganno e il raggiro, così come ci inganna e raggira con i suoi culi velinari in tv, vendendoci un surrogato di realtà. E noi italiani, coglioni, ci crediamo. Nonostante i recupero crediti alle porte, il precariato dei nostri figli se non nostro, le case all'asta, le aziende che chiudono, le serrande abbassate nei centri storici, noi italiani crediamo alle stronzate dei Minzolini di turno, con i loro servizi sui palombari che battono il record delle seghe sott'acqua.

Ma non è di questo che voglio scrivere. Nella foto che vedete qui sopra c'è una delle menti più fervide degli ultimi settant'anni: Josè Saramago, nobel per la letteratura nel 1998. Profondamente laico e, dicono, comunista. Negli ultimi anni ha visto rifiutare i suoi scritti da una casa editrice del trust editoriale di cui prima, scippato come dicevo dalla iena ridens. L'Einaudi un anno fa gli ha negato la pubblicazione della raccolta dei suoi scritti politici apparsi sul suo blog. Saramago ci ha lasciato e, puntuali, gli sciacalli di turno sono usciti fuori. Il turno oggi spettava all'Osservatore Romano, che ha perso l'occasione per rispettare la memoria di un defunto, il lutto di una famiglia. Il comunista banalizzava il sacro, era ancorato al marxismo, ma questo è niente: non dormiva per le crociate ma dimenticava i gulag. Al di là delle scemenze che solo un baciapile papista può sparare, la sciacallata sta nel fatto che l'Osservatore esce con queste cazzate d'una violenza verbale ignobile dopo la morte di Saramago.

Ma oltre a questo, è singolare vedere come il Vaticano abbia una strana concezione del rispetto del sacro, come lo è il passaggio dalla vita alla morte anche di un ateo. A differenza di Dio, questi mentecatti della fede da 8x1000 e agevolazioni fiscali d'oro pagate da noi contribuenti, la differenza tra religiosi e atei, tra buoni e cattivi la fanno eccome. Dove i buoni, ovviamente sarebbero loro. Per far passare questa verità, la verità degli sciacalli, c'è il metodo della iena ridens Berlusconi: non serve la coscienza e la spiritualità: basta avere giornali influenti come l'Osservatore Romano.


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