giovedì 13 gennaio 2011

I MIRINI DELLA PALIN


Ve lo immaginate? Se qui in Italia qualcuno avesse messo dei mirini su delle località riferite a personaggi politici, che so: Berlusconi, Chicchitto, Cota, tanto per non fare nomi, sarebbe stato denunciato. Se poi un terrorista avesse agito, la galera per quel qualcuno sarebbe stata inevitabile.
Per Sarah Palin invece no: tutto normale. La massima rappresentante dei Tea Party USA, la forza politica più forcaiola e strapagata dai repubblicani e dai potentati di estrema destra statunirensi battezza un'avversaria politica, la democratica Gabrielle Giffords ed altri vari con dei bei mirini, avviene la strage di Tucson e nessuno, anche della nostra stampa embedded, che riconosca il fatto che la Palin è la mandante morale della strage di Tucson.

Leggete cosa c'è scritto sull'immagine che ho sopra riportato: noi abbiamo indicato il problema... vi aiutiamo a prescrivere la soluzione. Così chiaro che per il giovane Jared è stata come una chiamata alle armi. Nei paesi arabi si chiama fatwa.
A cosa è servita la marcia indietro della Palin, togliere la pagina dei mirini, fare una penosa e tardiva dichiarazione contro la violenza? Indubbiamente l'azione di uno squilibrato ha favorito l'autogoal della destra repubblicana. Ma io voglio soffermarmi sull'indulgenza e la mancanza di condanna da parte della stampa del clima d'odio che la destra semina. Là negli USA come qui in Italia. I fucili padani in primis.

Voglio rimarcare il peso e le due misure dei nostri mezzibusti e giornalisti vari. Come nel caso delle scritte torinesi sul referendum padronale di Mirafiori, sul ricatto ignobile di Marchionne. Cosa dicevano? Cose del tipo: sono i cinesi che devono avere i nostri diritti e non noi che dobbiamo esserne privati come i cittadini e i lavoratori di quei paesi dove lo sfruttamento è selvaggio e privo di diritti e tutele. Scritte molto più democratiche degli accordi osceni del sindacalismo giallo e venduto, tornato in auge per aiutare la Fiat e i poteri forti, il governo e le destre a cancellare un secolo di conquiste sociali e del lavoro.
Sulle scritte c'è una stella? Ah, sono le bierre.

Ribalto allora la questione. Questo livore, questa caccia alle streghe, è il modo che hanno i poteri forti per attaccare qualsiasi forma di opposizione vera ai loro disegni di liberismo selvaggio e incontrollato. Questi elzeviri da pennivendoli di mestiere sono degli attacchi al diritto di espressione e alla democrazia. Sono tanti mirini neanche tanto metaforici contro chi si organizza, contro quella parte di classe cha ha una coscienza politica critica e la manifesta. Legittimano la cancellazione del diritto di rappresentanza in fabbrica. E quando muore un diritto è cosa paragonabile alla morte di una vita umana.


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