lunedì 3 gennaio 2011

BUON ANNO, SI FA PER DIRE...


Quest'anno inizia con un Marchionne che ricatta i lavoratori di Mirafiori: o si accettano le condizioni imposte, che escono dalle regole dei diritti del lavoro, o la Fiat va ad investire altrove. Persino la neosegrataria CGIL Camusso prescrive alla FIOM di accettare il diktat che cancella un intero secolo di conquiste sociali e che aprirà la strada a nuove forme di sfruttamento selvaggio della classe operaia e del lavoro dipendente.

Inizia con le risposte rabbiose del governo e dei soliti esponenti della pseudo-opposizione, alla decisione sovrana di uno stato, il Brasile, nel non concedere l'esgtradizione a Cesare Battisti. Una canea forcaiola che dà per assodata la colpevolezza dello scrittore, tutti insieme appassionatamente in un teatrino osceno di cappi e corde, fiaccole e cappucci. Non si sa se del Ku Klux Klan o della P3.

Inizia con le ultime misure di Tremonti in materia fiscale, che renderà più difficile la vita a chi non riesce a pagare le tasse, perché nega corcostanze importanti di compensazione: i soldi li vogliono tutti e subito, poi si discute, poi te li ridanno, forse ma forse, a babbo morto. Ciò provocherà centinaia di migliaia di esecuzioni e pignoramenti, intasamento di pratiche nelle già ingolfate cancellerie dei tribunali, un aumento dei dannati della tassa sovrumana, mentre i grandi pescecani e i megafurbi coperti dai santi partiti, che su questo sono tutti bipartisan, continueranno a non pagar dazio. Magari ci sarà un altro scudo fiscale. Il loro pagare poco o nulla è condizione del pagare di più per la maggior parte dei piccoli imprenditori e dei lavoratori autonomi. Bello schifo.

Inizia, poi, con aumenti ingiustificati di gas, assicurazioni, autostrade e quant'altro: guarda caso di tutti i prodotti e servizi erogati da autentici cartelli di profittatori, che da decenni ci rapinano con coperture governative. Un'autentica mafia, peggiore di quella classica, perché autorizzata di fatto dallo stato e non indagata dalle varie autority.

Inizia con una miseria sociale tra le più spaventose, con un aumento della cassa integrazione, dei licenziamenti, delle nuove povertà. Anche i ceti medi si ritrovano a saltare per aria: famiglie in bancarotta e salti di pasto ben prima dei venti giorni mensili.

Inizia con un'instabilità internazionale, con guerre ignorate dove l'Occidente prende sempre parte per ragioni di rapina e quasi sempre coperto dall'ONU, o con guerre sponsorizzate dai maggiori importatori di petrolio e benedette da media embedded privi di scrupoli e obiettività. Se il terrorismo islamico cresce, se aumenta l'odio verso i cristiani, verso l'Occidente c'è una causa ben precisa, che le nostre Tv spacciano per effetto, per risposta di un terrorismo che forse è arrivato dal pianeta papalla.

Inizia con il prosieguo del declino di Europa e Stati Uniti (anche se ora la Comunità Europea conta un membro in più, sai te...), di fronte all'avanzata economica dei paesi asiatici, Cina, India e Russia in primis, che ci stanno invadendo di merci a bassissimo costo, merda varia che passa da voragini come il porto di Napoli, mentre noi per vendere là dobbiamo esibire certificazioni e disciplinari da pignolo svizzero. Una produzione esternalizzata che vede complici i nostri peggiori gruppi imprenditoriali e multinazionali, che contribuiscono alla disoccupazione qui da noi, con costi sociali e sanitari che non pagheranno mai, che prendono i soldi e scappano come la Fiat e l'Omsa, tanto per non fare nomi.
Un declino dettato anche dal forte potere cinese, ormai padrone di dollari, titoli, proprietà, in un'invasione ultraimperialistica di un comunismo (così da noi definito) che ci ripaga con la stessa moneta.
Una crisi strutturale determinata dallo spostamento degli assetti internazionali della produzione capitalistica, dalla nascita di nuovi poli economici lontanissimi da noi e quindi da nuove e potenti piazze finanziarie che dettano l'agenda delle scelte economiche ed energetiche strategiche, dove NATO e Stati Uniti possono solo contrastare questo sviiluppo e questo spostamento geoeconomico con una politica militare di espansione nelle aree di forte presenza dell'idrocarburo, come il Medio Oriente, Irak, Iran e Afghanistan in primis.
Una crisi accelerata e resa più devastante dalla speculazione finanziaria che non guarda nulla e nessuno. Interi paesi crollano come carte di di un castello che si credeva indistruttibile. Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna a rischio e tra breve l'Italia, che ha il debito pubblico più vertiginoso d'Europa, e che quando cadrà farà un tonfo così forte da lasciare nei secoli gli echi della miseria più nera, in una crisi infinanziabile dai partner dell'euro, Germania in testa.

Ecco, questo è l'inizio d'anno. L'unica possibilità concreta che abbiamo, anche se dolorosa, probabilmente sanguinosa, è passare attraverso la stretta porta di un conflitto sociale di vaste proporzioni. Uno scontro che butti all'aria tutti i santini scacciaconflitto che i vari Fassino, Bocchino e merdaccia varia, agitano da soloni del nulla nelle loro giaculatorie mediatiche. Che spazzi via questa casta di intoccabili e il loro teatrino dei pupi che spacciano per sistema democratico.
Uno scontro che faccia emergere la gente, marxianamente leggi: la classe e le sue soggettività in lotta. Tanto, con questi politici di lungo corso, sappiamo già dove stiamo andando a finire. E nel magma sordo del rancore sociale, tutto può accadere. La soluzione autoritaria è dietro l'angolo. Ma a questo punto, sarà bene tentare il tutto per tutto.
Tanto come abbiamo vissuto negli ultimi 40 anni del secolo scorso, noi occidentali non ci vivremo più.


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