venerdì 20 gennaio 2012

LA SINISTRA INESISTENTE


E' ora di finirla con lo spacciare i moviment popolari come ricettacoli della destra estrema, come antipolitica o come neocorporativismo. Certa sinistra ha coperto la sua assenza nei ceti popolari e nelle lotte che nascono spontaneamente, proprio con questi argomenti un po' snobistici ed elitari.

Diciamola tutta. Nelle lotte di categorie di lavoratori e fasce sociali che scendono in piazza, la sinistra non c'è. E' inesistente. Nel caso del PD è addirittura dalla parte opposta, ben interna alla casta politica che sta puntellando il governo della dittatura del potere finanziario e del capitale monopolistico. I questi giorni vediamo esplodere la Sicilia in un conflitto vasto, profondo, che ha i connotati pre-insurrezionali, pur nella sua spontaneità. Stanotte ci sono stati 150 blocchi stradali, Palermo è senza benzina.

Nel capitalismo globale post-democratico, in questo nuovo fascismo economico in cui tutte le rappresentanze tra politica e società civile sono saltate, in cui il cittadino torna suddito, si torna al tumulto. I movimenti solidarizzano tra di loro, questo Movimento dei Forconi con il Movimento dei Pastori Sardi, realizzando anche forme politiche basiche come il caso siciliano attuale, poco ideologiche, certo manipolabili (vedi Forza Nuova e MPA siciliano), ma sono evidentemente la parte più matura del conflitto sociale.
Se escludiamo la FIOM, parte della CGIL e realtà autonome di base tra i lavoratori dei servizi, non esiste nemmeno più un sindacalismo con un forte orientamento di classe, in grado di coagulare attorno a interessi generali, universalistici, internazionalistici il proletariato, o neoproletariato postmoderno (l'universo precario che comprende ceti medi proletarizzati). Figuriamoci su un progetto anticapitalista, di trasformazione socialista o comunista della società.

A Servizio Pubblico di ieri sera, i soggetti del Movimento dei Forconi intervistati da Ruotolo erano molto variegati: l'autotrasportatore, il contadino, la studentessa, la negoziante, in una ricomposizione dei soggetti sotto un'unica bandiera, che tutto sommato sono rappresentativi della società italiana sofferente, che spiazzano gli esegeti della centralità del lavoro, quando il lavoro è in crisi, quando l'autonomia di classe si configura come una ricomposizione delle diversità sociali attaccate dalla dittatura finanziaria e dalle sue misure deliranti che pone al centro il territorio.

Per saperne di più, l'intervista a Pippo Gurrieri, sindacalista, ferroviere, anarchico ragusano, qui. E infatti, la sicilianità e la definizione di un percorso di cambiamento basato sul totale rifiuto della politica bipartisan e sul concetto di "rivoluzione democratica" erano alla base dei discorsi. Sul territorio, sul municipalismo e il federalismo, sul l'autonomismo nel caso siciliano, i rischi di penetrazione e cavalcamenti di un nazionalimo neofascista o del campanilismo leghista, con tutto il loro portato di razzismo, sono evidenti. E l'arretratezza e l'assenza di qualsiasi intervento organico di una sinistra antagonista e di classe peseranno e non poco sull'identità e sulla direzione politica di questi movimenti. Ma questa è la nuova fisionomia della lotta di classe nel terzo millennio italiano. Se Gramsci un tempo aveva posto la quistione meridionale come aspetto sostanziale di una rivoluzione proletaria italiana negli anni '30 del secolo scorso, se i movimenti bracciantili e contadini avevano un rilievo di cui un partito proletario e comunista non poteva non tenerne conto, oggi dobbiamo comprendere che l'ossatura del tessuto economico italiano, composto da una massa precaria parcellizzata e differenziata e da una piccola e media imprenditoria spesso familiare in forte crisi nell'industria, nell'agricoltura come nel commercio, rappresenta la nuova "quistione".

E con questa quistione occorre fare i conti, con tutti i limiti che un'assenza di una visione comune di classe per sé contiene negli imprinting stessi, nelle genesi conflittuali dei movimenti che si producono dalle contraddizioni sociali ed economiche attuali. Una bella sfida. Ma per chi vuole essere presente.

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