venerdì 26 marzo 2010

RIVOLTA CIVILE SULLA RETE

Quella di ieri sera è stata la prima grande dimostrazione web. Dimostrazione di come la rete sia in grado di spezzare il monopolio televisivo. Non che Santoro sia un esempio di partecipazione democratica diffusa all'informazione e al giornalismo di massa. Ma certamente, dietro il forte appello di numerose personalità e lavoratori della RAI alla liberazione del servizio pubblico televisivo dalle lottizzazioni e dal controllo censorio del cavaliere, si è mossa una straordinaria partecipazione popolare all'evento.
Dopo la passività di decenni, stiamo arrivando alla rivolta civile nei confronti di un regime che ci sta portando dritti alla dittatura. E ancora una volta, come a Teheran e a Pechino, protagonista è il web con le sue mille forme di connessione, espressione, condivisione.
Se la TV è quintessenza del regime, flusso univoco di informazione inevitabilmente manipolata, la rete esprime partecipazione, condivisione delle informazioni, pluralismo di opinioni.
Bene ha fatto Santoro a utilizzare questo mezzo. In futuro potremo pensare a un servizio pubblico che coniughi tv e rete favorendo la partecipazione popolare ai mezzi di comunicazione di massa.
Ora però, il divario tra il paese passivo, quello delle pantofole davanti alla Tv e dei reality, e quello della ricerca attiva dell'informazione, dell'autoproduzione culturale, dei blogger, sta aumentando. Il secondo è ancora minoranza, ma la rete consente di far circolare nella società stessa idee, punti di vista non controllati e uniformati dall'agenda setting delle tv berlusconiane o para-berlusconiane.
Sulla rete e sui flussi di informazione liberati dal controllo censorio e falsificatorio, si gioca il futuro del paese. Dobbiamo spettarci di tutto. Come quella proposta di legge che con la scusa della lotta alla pedofilia, metteva il bavaglio alla libertà di espressione e di opinione su internet. Ormai Berlusconi e soci hanno capito da dove viene il pericolo per il loro disegno piduista. Non da una falsa opposizione che vuole spartire e contrattare spazi di potere in un bipolarismo osceno. Non da un capo dello Stato che firmerebbe qualsiasi porcata gli porti il cavaliere. Anche il conto delle escort. Ma da una società civile e democratica che non ci sta a lasciare a mafia e poteri forti, fascisti e razzisti d'ogni risma la gestione futura del paese.
La lotta è aperta ed è appena incominciata.

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