lunedì 11 luglio 2011

CHI PAGA?


Un paese, una comunità nazionale crea giorno dopo giorno la sua ricchezza. Al di là dell'iniquità con cui viene redistribuita, ogni giorno il lavoro di tanti cittadini, i loro risparmi fanno girare l'economia. Parliamo di consumi, stipendi, risparmi, benessere, speranze, progetti. Bene, un bel giorno, qualcuno già molto ricco, che secondo l'ignobile regola che dice che la moneta non ha confini, la merce un po' di più pagando in dogana, le persone invece hanno spesso anche i muri, decide di appropriarsi attraverso i giochi di borsa di gran parte queste ricchezze. E' così che è nata la questione greca, l'effetto scatenante di una politica monetaria che già a monte vincola popoli e paesi alle regole del debito pubblico e dei parametri draconiani per stare in Eurolandia. Oggi gli speculatori hanno deciso per l'Italia. Il colpo grosso che ha come bingo l'Europa intera, perché l'Italia non è la Grecia. Così accade in successione: le agenzie di rating, advisor internazionali indiscutibili perché qualcuno li vuole tali, riducono il rating italiano. E due settimane dopo iniziano le manovre sulle principali piazze borsistiche. I BPT si abbassano di valore e i titoli del mercato finanziario di Milano crollano. Ma tutto questo, badate bene, senza che nessun politico, nessun uomo di stato urli al complotto. Quattro valsusini o chi per loro che tirano due sassate sono dei "delinquenti", questi speculatori depredano i paesi e sono nella sacra legge del mercato finanziario. Che dietro ci siano intenzioni politiche di destabilizzazione dell'Europa mi pare piuttosto chiaro. Queste non sono sassate a poliziotti. Non sono neppure rapine in banca: ne preferirei duemila al giorno, noccioline in confronto ai capitali bruciati in borsa da queste manovre scellerate. Armano i caccia per bombardare Gheddafi, ma non assoldano killer per liquidare le teste di cazzo che smanovrano sulle tastiere dei loro Ibm cromati per mettercelo nel culo. La seconda opzione la capirei di più. Tanto alla fine chi pagherà? E' una domanda che esprime la quintessenza dell'eufemismo. Cane non mangia cane.

Nessun commento:

Posta un commento