giovedì 28 luglio 2011

LA LEZIONE NORVEGESE


Che ci siano i soliti pompieri, affannati nel sostenere che gli attentati norvegesi siano opera di un pazzo, è solo un modo per sviare l'attenzione dal pericolo che le estreme destre europee rappresentano per la democrazia, quella sostanziale, reale, conquistata a costo di dure lotte e di una guerra di liberazione dal nazismo e dal fascismo.

Vediamo il perché.

Che Anders Behring Breivik abbia agito da solo o insieme a dei complici è importante per perseguire e disattivare un'eventuale rete terroristica cristiano integralista. Ma sul valore politico del gesto, al di là della presunta insanità mentale del Breivik, non v'è alcun dubbio. Il terrorista ha vissuto politicamente in brodo di coltura che è il medesimo in cui si riconosce Borghezio e con lui gran parte dell'estrema destra europea. E cosa propugna questo brodo? La lotta senza quartiere, la guerra all'Islam, alla laicità degli stati, al marxismo. In altre parole, più concretamente a una visione di società pluralista, basata sui diritti universali dell'uomo, sull'inclusione delle culture, delle religioni, delle sessualità, sulla valorizzazione delle diversità.

Nella paccottiglia ideologica delle destre estreme, che siano integraliste cristiane o neonaziste, o tutte e due le cose insieme, ci sono i germi di un totalitarismo fascista, basato sull'inimicizia e l'esclusione dell'altro, sulla supremazia di una casta di bianchi cristiani, di "migliori" che hanno il verbo e il vangelo dalla loro. Ci sono le visioni messianiche delle destre dittatoriali, quelle scorie oscure del Novecento che si credevano perse con la fine di quel secolo.

Ecco perché Borghezio va perseguito per le sue dichiarazioni a dir poco conniventi con la logica con la quale è nata la luicida follia di Breivik. In realtà aderenti al cento per cento. La gravità non sta solo e tanto nel gesto terroristico, ma nell'ideologia di sangue che vi fa da corollario. E Borghezio e quelli come lui non ne sono estranei.

Non facciamoci ingannare dal discorsino: Breivik muove da considerazioni giuste, ma poi compie un atto assurdo. Perché il filo di continuità di condotta tra ideologia neonazista, xenofoba, cristiano integralista e azione è qualcosa di tremendamente lineare. Se questi fossero al potere, cosa farebbero? Un assaggio lo si è avuto con le leggi sull'immigrazione in Italia. 18 mesi di galera vera e propria per chi arriva nel nostro paese clandestinamente.

Ed è indecente che Napolitano se ne esca con affermazioni a mio giudizio molto gravi, a favore del respingimento di chi arriva "illegalmente" (uso le virgolette, perché Napolitano dovrebbe spiegare quali siano le circostanze quotidiane, effettive, con le quali i nordafricani, curdi, ecc. possono giungere legalmente).

Posizioni istituzionali di questo tipo, rappresentano gravi aperture, nei fatti, a questa logica di aggressione ed espulsione dei migranti. E a questa destra non si può, non si deve concedere nulla.

Una grande battaglia di civiltà è iniziata. D'ora in poi, se diremo che un integralista islamico ha messo una bomba a Kabul o a Madrid, non potremo dire che un pazzo ha messo una bomba ad Oslo e assassinato a colpi di pistola decine di ragazze e ragazzi. Dovremo dire che l'ha fatto un integralista cristiano. Perché questo modo di agire il cristianesimo integralista produce. E questo è Breivik. Non altro. Al di là dell'esistenza di un piano organizzato e di un'organizzazione che lo attui, la matrice, il paradigma che ha originato l'atto terroristico non è alieno dall'atto stesso.

Un'ultima questione. L'attacco alla democrazia che accennavo all'inizio è data dal fatto che queste forze neonaziste et simili, sono da sempre al servizio di quelle parti di stato, della politica, della finanza, che si muovono per ridurre gli spazi democratici e le conquiste sociali delle masse popolari, che puntano a far diventare i cittadini dei sudditi. La destra estrema è funzionale al totalitarismo, quello vero, che riduce i diritti sociali in funzione dell'attuale divisione sociale del lavoro, che punta a stravolgere la Costituzione reale per limitare le libertà di espressione e gli spazi democrazia.

In Italia è dai tempi di Gladio, dello stragismo di stato e della strategia della tensione che è così. Se non tutta la verità giudiziaria è emersa, per colpa di una classe politica, con i suoi servizi deviati, che ha coperto, insabbiato, depistato, o sottovalutato il fenomeno, la verità storica del piduismo, del ruolo dei servizi statunitensi e delle forze reazionarie dentro la DC, i compiti funzionali dei vari Delle Chiaie, Freda, Ventura, Merlino, sono piuttosto chiari.

Bene farà pertanto la Norvegia a non cedere a tentazioni di controllo politico e sociale, nel nome dell'emergenza. Il premier e il suo partito laburista ha d'altronde capito bene i termini della questione. Trascinare la Norvegia in un clima emergenziale, fatto di leggi speciali, significa far vincere questi topi di fogna.

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