martedì 1 novembre 2011

LA GRECIA E IL REFERENDUM DI PAPANDREU.



Già i mercati sono in fibrillazione, la borsa di Milano crolla, la peggiore, ma anche le altre non stanno meglio. Che strano sistema economico è questo, che quando un popolo esercita un suo potere e diritto democratico, inizia a vacillare.
Mentre Trichet e Barroso dicono che non hanno dubbi sul fatto che la Grecia risponderà positivamente e pagherà i suoi debiti ai centri di potere fnaziario e alla speculazione internazionale. Un vero atto di fascismo sovranazionale. E' la troika dittatoriale europea che detta le linee. I parlamenti, i referendum, le forze polituche che sono al governo, espressioni di volontà popolari, non contano più nulla.

Ma quello che i commentatori non dicono è che per Papandreu questa del referendum è una strada obbligata. Senza questa, in Geecia c'era la guerra civile. Una maggioranza risicata, con una parte del PASOK, del suo partito socialista contro. Una grande responsabilità storica verso il suo popolo che ormai è tracimato per la rabbia e la disperazione nelle piazze del paese.

Non lo dicoono i commentatori. Non dicono che è un atto democratico dovuto, a fronte di uan situazione politica nazionale esplosiva. Di fronte ai diktat della troika saltano i livelli minimi di vita democratica, in altre parole la sovranità di un popolo. Questo Papandreu lo sa bene. Non vuole essere lui il becchino della sua gente. Non vuole essere lui il responsabile del no che la Grecia dirà all'Europa dei banchieri e alle borse degli speculatori.

Ma proprio per questo l'epilogo greco è molto importante, perché apre una strada. Perché ci dice che di fronte alla resistenza popolare, alla mobilitazione di tutto gli strati sociali colpiti, che sono la maggioranza della popolazione in Grecia, come lo saranno in Italia a breve, non ci sono diktat che tengano. Non si va contro i popoli. Non c'è più democrazia, non c'è più Europa, non c'è più futuro.

Allora ben venga la catarsi del default, dell'insolvenza, del ritorno alla moneta sovrana e alla sovranità delle comunità nazionali. Questo creerà conflitti tra stati, o forse il crollo delle borghesie imperialiste e finanziarie che hanno voluto giocare al massacro. O non hanno voluto evitare questo gioco al massacro.

Per le forze di classe, i movimenti operai, le composizioni sociali destinate sino ad oggi a un'esistenza precaria, si apre l'opportunità di dare un colpo mortale al capitalismo agonizzante per le sue stesse contraddizioni strutturali. Nei centri dell'impero, la forza aramata può ben poco. Pena la regressione a forme di pre-capitalismo basate sull'assolutismo dichiarato. Troppo evolute le società civili per accettarlo.

E' un sistema a fine corsa, in cui si tratta solo di capire in che tempi e in che modi. Nulla di scontato: la bestia potrà prolungare la sua agomia ancora per molto. Spetta alla società civile abbreviarla. Chi non capisce questo, è destinato a restare nelle pastoie di una politica demente. Quella di chi cerca di riempire d'acqua uno scolapasta. Se lo mettano in testa lo scolapasta, Bersani, Montezemolo, Napolitano, Casini. Verrà il loro turno: la morte, politica ben s'intende, di una classe dirigente incapace di guardare al futuro.

Dalla Grecia ci separa ormai solo lo Ionio. Questa prova importante del popolo greco, dei suoi lavoratori e delle forze politiche della sinistra rivoluzionaria e antagonista, in opposiszione al diktat, l'esito stesso di questo conflitto, sancito nel niet referendario e nelle tensioni sociali sempre più aspre, pone i greci come l'avanguardia sociale dei cittadini europei espropriati della sovranità e della democrazia. Ci indica la srada da seguire. Non cedere, mai neppure per un solo istante. Verrano con la polizia, le ruspe, i tribunali. Ma noi siamo tanti e saremo sempre di più. E se resisteremo un solo istante più di loro avremo vinto per il futuro di tutti. avremo aperto a un'era nuova di giustizia sociale e di diritti universali di cittadinanza, di benessere, di salute, di istruzione e cultura, di apertura fraterna ai tutti i popoli.


Nessun commento:

Posta un commento