venerdì 25 novembre 2011

E NON SI PAGHERA'



"Una cinquantina di operai licenziati da Innova Service, l'azienda che gestisce le portinerie sull'area dell'ex Alfa Romeo di Arese, hanno organizzato un presidio all'interno di un supermercato Iper in piazzale Accursio a Milano. Sono entrati e hanno riempito i carrelli della spesa con generi alimentari, mentre alcuni colleghi si sono radunati fuori dai cancelli con bandiere e striscioni. "Chiediamo di uscire dal supermercato con i carrelli pieni - ha spiegato Corrado Delle Donne, coordinatore dello Slai-Cobas - perché i lavoratori hanno bisogno di mangiare. E' un gesto dimostrativo per chiedere che i dipendenti che hanno perso il posto vengano ricollocati sull'area". Il gruppo Iper è proprietario di una parte dei terreni sul quale sorgono i vecchi stabilimenti dell'Alfa Romeo e dove sarebbe in programma la costruzione di un centro commerciale. I 60 lavoratori di Innova Service, tutti ex operai Fiat ricollocati nell'azienda di servizi, sono stati licenziati lo scorso 11 febbraio e da allora sono in presidio davanti alla fabbrica".
(da Repubblica Milano di due giorni fa)

E' la forza e la lungimiranaza dell'Autonomia Operaia. Non quella della degenerazione lottarmatista, che ha visto molti suoi quadri passare nelle organizzazioni comuniste combattenti, verso l'autodistrizione di una generazione politica.
Quella piuttosto della questione della riappriazione, delle autoriduzioni, delle spese proletarie. Oggi che il giorco si fa duro, che gran parte della popolazione vive senza prospettive una realtà di immiserimento progressivo, di prcariato, disoccupazione, cassa integrazione, di impoverimento persino dei ceti medi, si ripropone forte la questione del riprenderci quello che è nostro.

Lo stato e i padroni hanno dimostrato di gestire il bene comune, le fabbriche in cui noi lavoriamo, l'economia in cui diamo sangue e sudore e da cui spesso siamo espulsi e alienati, in modo privatistico, secondo i criteri della finanza e del profitto e non di un'equa ripartizione sociale della ricchezza prodotta.
Bene, anzi male: è più anticostituzionale e criminale, la rapina dell'alta finanza sulla nostra ricchezza scoiale, sui servizi, sui posti di lavoro, sulle possibilità di fare impresa, di avere accesso al credito, o il gesto di chi va a rioprendersi un po' di quello che ci hanno sottratto con i loro meccanismi di borsa, le loro leggi, l'ingiustizia fiscale?

Inoltre, la questione della riappropriazione (non appropriazione, badate bene: la proprietà vera di tutto ciò che c'è in un paese è del popolo, è della comunità, perché la comunità è la condizione sine qua non per creare ricchezza, il formaggio dove sguazzano luridi topi), ci porta alla questione di fondo del potere, del comunismo: riappropriazione di spazi, di tempo di vita, di merci, di sapere, d cultura, di cicli di produzione (quelli che i padroni dismettono per andare a sfruttare altre manodopere a costi più bassi in altre aree geoeconomiche).

Nei prossimi mesi dovrà divenire laprassi dominante. dell'antagonismo sociale al capitlae e alla finanza, alle cricche che occupano lo stato arbitrariamente, senza mandato elettorale.

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