lunedì 4 aprile 2011

GIU' LE MANI DALLE RIVOLUZIONI ARABE!


Alcune brevi osservazioni sulla politica USA ed Europea riguardo le rivoluzioni arabe in atto.

Uno. L'iniziativa di guerra con la scusa del placet dell'ONU, rappresenta un tentativo di un blocco NATO in difficoltà di riprendere il controllo di una situazione internazionale che ormai vede USA ed Europa in declino. Altri attori stanno emergendo: Cina, Russia, Brasile, India... Se nella crisi libica, per esempio, l'intenzione fosse stata veramente quella di proteggere i civili e di favorire una transizione alla democrazia, una pressione diplomatica su Gheddafi da parte di questi ultimi paesi insieme a quelli NATO, avrebbe portato a risultati rapidi e positivi.
Ma l'obiettivo evidentemente è un altro. Soprattutto dopo la crisi nucleare, che non è solo giapponese, il protagonismo di Francia e Spagna e d altri paesi come l'Italia per il controllo delle risorse energetiche del bacino Mediterraneo e del Nord Africa è un must.

Due. Dicono di muoversi a favore delle masse popolari arabe in rivolta contro i loro regimi, ma in realtà l'intenzione è quella di disattivare con altri regimi magari più subdoli queste rivoluzioni sociali. La ragione? Molto semplice: è nel punto uno prima descritto: il controlio di petrolio e gas. Infatti delle vere democrazie arabe e non delle pseudo fantoccio volute dall'Europa-NATO-USA, farebbero valere la sovranità popolare anche sul bene comune presente in quei paesi. Pagheremmo così a caro prezzo (in realtà a prezzo equo e giusto) risorse energetiche e manodopera del Nord Africa.

Per questo, (Tre) il miglior modo per appoggiare le lotte sociali e democratiche arabe, è quello di contrastare l'aggressione militarista in quelle aree, ammantata di umanitarismo, ma in realtà operazione neocoloniale schifosa.

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