venerdì 22 aprile 2011

PER UN 25 APRILE DI LOTTA


Ogni anno è sempre peggio. E' degli ultimi giorni l'uscita estemporanea di un tal Ceroni, peones parlamentare del PdL per cambiare l'art. 1 della Costituzione. Vuole inserire la formula in cui il Parlamento è al di sopra di qualsiasi altro potere costituzionale.
Ovviamente non è che la prima parte della Costituzione si possa cambiare così come se si trattasse di una normale legge in esame. Questo lo sa anche chi manovra e orchestra questa sequela di uscite bizzarre: come i manifesti a Milano "fuori le br dalle procure" di un altro mentecatto berlusconiano candidato nella lista Moratti, tal Lassini.

Sembrani appunto uscite estemporanee. In realtà fanno parte di un piano volto a stravolgere la Costituzione, instaurando un regime populista che controlla col potere del Parlamento tutti gli altri poteri. Che col quinto potere, quello dei media, si assicura la maggioranza nel paese, che col sistema maggioritario può controllare le camere con il solo 20-25% dell'elettorato, che con la porcata elettorale di Calderoli, può decidere chi va in Parlamento e chi no, al posto dei cittadini italiani.
E' il volto che assume il fascismo in una società occidentale all'inizio del terzo millennio.

Ma tutto questo non sembra preoccupare un'opposizione inesistente, che invece di fare di tutto per far saltare un governo che non è più il risultato di elezioni, ma di un rimaneggiamento, di un mercato delle vacche, preferisce starsene lì, sui banchi, a servire da contorno a tutte le leggi che stanno approvando. Tutti colpi, come il processo breve, che riducono la nostra Repubblica a un banana republic. Bersani, Di Pietro e compagnia cantante se ne dovrebbero andare, dovrebbero delegittimare la fossa dei peones, ma non lo fanno.

Ecco perché ogni anno è peggio. E questo 25 aprile ha il sapore di una Resistenza al processo autoritario in atto, ancora più degli anni passati.
Nel teatrino dei pupi si inseriscono personaggi come i vendoliani, che vorrebbero fare un patto di pre-consultazione con il PD e IdV. Qualcuno, come Giordano, anche di più: vorrebbe costruire un nuovo soggetto politico. Invece di costruirlo nella società, tra i movimenti, nel mondo del lavoro e del precariato, tra le forze della sinistra di classe e radicale. Perché questo è ciò che si dovrebbe fare.

Gli attori di questo teatro della politica autoreferenziale, sono tutti cani morti, che non rendono onore al patrimonio storico della Resistenza e dell'antifascismo. Vendola dovrebbe guardare alla sua sinistra, invece, con un gesto di arroganza taglia fuori una parte politica che è essenziale allo sviluppo di un processo di ricostruzione di un soggetto alternativo.
Al di là delle parole e delle appartenenze, la Resistenza la si celebra nell'essere autenticamente una spina nel fianco del golpismo strisciante berlusconiano.

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