sabato 23 aprile 2011

GARANTISMO E GIUSTIZIALISMO


L'attacco eversivo che Berlusconi fa ai magistrati per non pagar dazio e non essere processato, le sue leggi ad personam, trovano giustamente una risposta di difesa democratica e costituzionale della giustizia, da parte della società civile. Del resto il garantismo di Berlusconi si chiama impunità, è un garantismo a senso unico e la difesa delle prerogative della magistratura è sacrosanta. Ma detto questo, non mi piace che questa difesa si trasformi in esaltazione del ruolo del magistrato, in un'epica dell'azione inquirente, dove il giudice ha sempre ragione ed esiste una legge con la elle maiuscola, come il "culto dell'essere supremo" di giacobina memoria. Anche questo è un rischio per una democrazia laica, laicamente garantista. Personaggi come Saviano e Travaglio alimentano il culto del carabiniere e del magistrato, contrapponendo all'extralegalità berlusconiana una legalità indiscutibile. Un giustizialismo cieco che rappresenta a sua volta l'anticamera di una democrazia autoritaria, pronta a scagliarsi contro chiunque delinqua, anche lavoratori che lottano occupando la fabbrica, o un Gandhi che infrange la legge o una Rosa Parks che si siede dove non dovrebbe. Il giustizialismo è la faccia pedantesca, da contabilità carceraria del cretinismo legalitario. Va contrastato riproponendo per esempio la legittimazione dei movimenti come quelli degli anni '70 e il diritto a esercitare democrazia diretta non sempre con strumenti da "bravi bambini".

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