venerdì 28 ottobre 2011

ANCORA SULLE TRE POSIZIONI


Avevo accennato alle tre posizioni dentro la sinistra (PD escluso che sinistra non è). In effetti queste corrispondono esattamente alle tre presenze nel corteo del 15 di ottobre: chi voleva fare una sfilata innocua, chi voleva sfasciare lo sfasciabile senza alcun criterio e obiettivo politico e chi voleva invece affrontare polizia e carabinieri in modo non violento ma autodifeso per accamparsi in una piazza adiacente ai palazzi del regime.

Quest'ultima posizione è secondo me la più corretta. Occorre che il movimento non sia espressione di forze politiche che pensano già a capitalizzare la sua dimensione e ampiezza a fini elettorali, a uso e consumo dei nuovi burocrati alla Vendola. Per questi il movimento deve essere un entità innocua e del tutto compatibile ai giochi politici delle segreterie. Non deve mordere.
Occorre anche che non si avviti su se stesso tra violenze inconsulte e spaccature.

E' necessario un movimento che si riappropri degli spazi sociali e poliyici, se li riprenda con la sua forza e inizi a far capire a se stesso e alla società che la questione è chi comanda nella società, nei posti di lavoro, nelle istituzioni. Quando la democrazia rappresentativa diviene una vasta cancrena provocata da un golpe bianco strisciante, che oggi ha il suo culmine nel "comissariamento" del governo e dell'opposizione, della democrazia stessa da parte dei centri di potere finanziario, deve entrare in campo l'unico antidoto a questo processo autoritario di imposizione bipartisan della macelleria sociale: la democrazia diretta, l'autonomia di classe.

Queste sono la forma più avanzata di rispetto e riaffermazione dei diritti sociali, politici e costituzionali dei cittadini, dei lavoratori e delle masse popolari in generale.

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