domenica 30 ottobre 2011

RENZI, IL ROTTAMATORE DELLA SINISTRA.


A Palazzo Vecchio ci sta un vecchio, anche se giovane, anche se si spaccia per giovane, per il nuovo che avanza. Matteo Renzi, sindaco di Firenze, il giovane asino che scalcia per Bersani, ha le idee chiare, chiarissime: sulla questione FIAT si schiera con Marchionne e contro la FIOM, in tema di privatizzazioni non è secondo a nessuno, vedi l'ipotesi di cessione a privati dell'azienda trasporti fiorentina, e sui tagli ai servizi sociali è in concorrenza con i peggiori tagliatori, lo sanno bene i dipendenti del Maggio musicale, i precari degli asili nido. Per non parlare poi dell'eco-sistema e dell'inquinamento: oltre a essere un rotamatore è anche un inceneritore alla Piana e via dicendo.

In realtà, tutto quello che questo nuovo istrione della politica di palazzo, questo Pieraccioni del ciclone anti-bacucchi vuole è un po' più di spazio nel suo partito.
Raglia alla generica luna del cambiamento, il somaro, ma con i piedi ben piantati sulla terra degli equilibri dentro il Pd.

Ma sbaglia chi pensa che la tenzone veda vecchi da una parte e nuovi dall'altra. Quello di Renzi, come recita uno slogan indovinato è "il vecchio che avanza". Perché le privatizzazioni, gli spezzatini ai danni dei lavoratori dei servizi, esistono da anni. Le conoscono molto bene a Bologna, con il continuismo, anzi peggiorismo del tandem Merola-Frascaroli. Il peggio che avanza.

Da qui si comprende bene non solo il "nuovo" che emerge dal Pd, ma anche il nuovo trasformismo vendoliano, lirico ed evocativo a parole, in svendita nei fatti. Questo sì un mutamento antropologico, nell'equilibrio neoromantico di stronzate populiste di sinistra.

Questi uomini forti, capaci solo di perpetrare il verminaio di prebende e appalti, di complicità coi poteri forti delle pubbliche amministrazioni del centro-sinistra, vanno affossati. Bene hanno fatto i lavoratori e i cittadini in lotta davanti alla Leopolda, nei giorni della convention renziana.
La distanza tra una sinistra doverosamente anticapitalistica, della democrazia partecipata dal basso e questa non sinistra di burocrati, andrà marcata sempre di più.

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