sabato 3 ottobre 2009

ANALISI DELLA FASE E PROGRAMMA

Questo spazio non vuole essere il solito blog di denuncia. Fortunatamente ce ne sono già tanti, ma occorre sottolineare la necessità comunque di avere sempre fonti attendibili. Oggi Spartaco aderisce alla manifestazione per la libertà di stampa. Non voglio addentrarmi nelle ragioni: sono quelle che la Gabanelli, Travaglio e gran parte delle voci fuori dal coro esprimono da anni, nel monopolio berlusconiano sui media e contraltare DS-PD nelle spartizioni partitiche in RAI. Voglio però cogliere l'occasione per continuare nel mio ragionamento, la sinistra e il socialismo.
La manifestazione di oggi evidenzia due cose. La prima: stiamo vivendo una questione democratica grande come un palazzo a duecento piani. Stravolgimento della Costituzione con leggi ad personam, concentrazione di poteri dei media, attacco alla libertà d'espressione. Tutto questo si traduce in potere economico e finanziario totalmente libero di dettare l'agenda di tutti i governi, di tutti i colori. E questo è il secondo aspetto, la questione sociale. L'egemonia delle lobbies bancarie, finanziarie e di quella parte dell'industria ad esse legate, al di là delle diatribe interne tra loro, ha portato a rendere più grave la crisi, ha contribuito al deterioramento delle condizioni di vita delle categorie sociali come quelle del lavoro dipendente e precario. Disoccupazione, licenziamenti, potere salariale bassissimo. Il problema è: chi governerà il conflitto sociale (leggi: lotta di classe) e chi darà forza e impulso a una politica di classe radicata nella società. Senza velleità infantilistiche e suicide, ma con un progetto serio. Ma soprattutto quale progetto serio. Queste sono le caratteristiche di questa fase. E' in atto un colpo di stato strisciante da parte di forze che rappresentano la continuità con il piduismo. Per prima cosa va capito che ci sono settori della borghesia e dell'intellettualità borghese e della società civile democratica che si oppongono a questa ascesa di nuovo fascismo incarnata dal berlusconismo. Questione democratica: alleanza con questi settori della borghesia. Questione sociale: alleanza con questi settori della borghesia sostenendo da sinistra anche un'agenda liberaldemocratica pura che ridimensioni a favore del bene comune la concentrazione di poteri che si è determinata nel mondo della finanza e della grande imprenditoria italiana, il corporativismo, le corruttele e i privilegi, il dominio del consorterie parassitarie. Sostenere politiche di sviluppo dell'imprenditoria sana, del cooperativismo e delle reti d'impresa, favorire la ricerca e l'innovazione, riconvertire produzione di energia e di beni, stili di vita e di consumo all'eco-sostenibilità, controllo statale delle principali risorse come l'acqua. Politiche serie contro l'inquinamento. Stoppare sul nascere il ritorno al nucleare e sviluppare energie alternative all'idrocarburo. Garantire una soglia di vita dignitosa, benessere e sanità a tutti. Istruzione pubblica e fine delle baronie, ridimensionamento della pioggia di soldi che i precedenti governi hanno elargito alla Chiesa. Laicità dello stato e delle istituzioni. Diritti a tutti nella libertà di culto, sessuale, matrimoni gay. Lotta al razzismo con politiche educative e di integrazione sin dall'asilo e con leggi severe.
Ascoltando l'intellighenzia alla Travaglio, questo programma, rivoluzionario per le conseguenze e la portata del cambiamento che ne conseguirebbe, è condiviso da una larga parte di settori borghesi. E' un programma che sta dentro una visione liberaldemocratica di sinistra. Paradossalmente è proprio il PD che non lo può realizzare. E non lo vuole. Il PD è un coacervo di forze legate chi al mondo cattolico più reazionario (Rutelli, Binetti), chi al mondo delle banche (D'Alema e Bersani) e via dicendo. E' dalla società civile che devono rinascere le forze politiche dell'umanità futura. Con la Costituzione alla mano. Con tutte le differenze di una società democratica e pluralista. Come le forze dell'antifascismo nella Resistenza. Una nuova Resistenza, che sbatta via a calci in culo dallo scenario politico queste forme putride di egemonia di casta, di rappresentanza di interessi parassitari, burocratici, finanziari. A casa i boiardi.
Il nuovo non è neppure nei partitini di quello che rimane della sinistra radicale. L'ho accennato nel post precedente. Il nuovo non ha ancora forma politica, ma c'è. E se non ci spicciamo a dare forme organizzate e progettuali al malcontento che sta esplodendo, la conflittualità diventerà molto difficile da indirizzare e governare. E il colpo di stato strisciante avrà un'acellerata con l'alibi dell'ordine pubblico e della lotta al terrorismo.
Solo un'ultima cosa. Siamo di fronte alla concreta possibilità di una catastrofe ambientale di immani proporzioni. Una governance socialista e di stato della res publica è quindi ancor più - oltre al suo portato di ragioni sociali - una necessità imprescindibile. L'autogestione, il socialismo, ossia forme di amministrazione collettivistiche del bene comune nell'uguaglianza nei diritti e nelle libertà economiche e sociali regolate, sono una necessità epocale. Non c'è questione ambientale senza lotta di classe e viceversa. Una comunità consapevole che si fa stato, che si fa esercizio collettivo del potere di decidere è il passaggio ontologico necessario per tutte le nazioni e popoli a livello planetario.

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