lunedì 5 ottobre 2009

L'ESEMPIO DELLA INNSE

 
Il 12 ottobre prossimo, i lavoratori della INNSE rientreranno a lavorare nello stabilimento che li ha visti protagonisti di una lotta durata 15 mesi, dove alcuni di loro sono saliti su un carroponte per 8 giorni, con il caldo rovente e in uno spazio angusto. Una lotta che è da esempio per tutti i lavoratori, diciamolo per il movimento operaio. Perché dimostra come con la lotta dura, ad oltranza sia possibile vincere. Vincere ed estendere la lotta per il diritto al lavoro e a una vita dignitosa a tutti i settori sociali che subiscono la crisi con condizioni di vita da quarto mondo. E' un problema di sopravvivenza, ma non solo. Una lotta di questo tipo è l'embrione di una ritrovata coesione sociale, quella che una volta si chiamava unità di classe, contro una controparte sempre più arrogante. Difendere il posto di lavoro, forse per qualche operaista dell'ultim'ora potrà sembrare una nota d'enfasi a favore del mito del lavoro. In realtà è la dimostrazione più evidente che la classe operaia ha l'interesse a difendere il bene comune, le risorse produttive che muovono il sistema sociale, qualunque esso sia. Non invece è così per gli speculatori, per i capitalisti in quanto tali, che trasformano in capitale finanziario il capitale fisso, ossia i macchinari, svendendoli a pezzi, spostando danari verso investimenti più remunerativi. Quindi, da una parte il profitto, dall'altra la collettività, da una parte gli interessi egoistici e voraci, che escludono nel godimento privato dei beni una parte vasta a favore una parte ben più ristretta, dall'altra la compartecipazione al processo produttivo, allo sviluppo di una nuova società, carica di valori umanistici, di condivisione. Ecco cosa va tratto da questa esperienza. E non è un caso che la lotta dei lavoratori della INNSE sia passata nell'indifferenza dei vari esponenti del PD. E' la metamorfosi definitiva a partito privo di una storia politica, privo di una posizione chiara, intriso di tutta la retorica patriottica dell'ambiguità. La vera Italia, la vera Europa, la continuità con i valori conquistati col sangue della Resistenza dai nostri padri è proprio nell'esperienza dei lavoratori della INNSE. Non a caso gli operai gridavano una parola: "resistenza"... Da qui occorre ripartire. E guardare al 7% del partito comunista greco, all'8% della Linke, ricominciare a contarsi e a contare. Nella lotta democratica, civile. Ma dura e intransigente.

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