sabato 31 ottobre 2009

STEFANO CUCCHI E IL VERGOGNOSO SCARICA BARILE.


La Russa dice che non compete al Ministero della Difesa perché i Carabinieri erano nella funzione di polizia giudiziaria e quindi la cosa è di competenza del Ministero degli Interni, ma garantisce (il fascista): il comportamento dei carabinieri è stato corretto. Alfano dice che la polizia penitenziaria svolge il suo lavoro con abnegazione e bla e bla e bla. Ma tutti questi signori devono rendere conto ai familiari di Stefano, del perché loro figlio, fratello, è entrato nelle strutture giudiziarie dello Stato in ottime condizioni di salute e ne è uscito morto, con evidenti segni di percosse e violenze. Neanche fossimo sotto una dittatura di stampo cileno. Vedo il padre, il signor Cucchi nell’intervista su beppegrillo.it e mi corre il pensiero a quelle centinaia, migliaia di genitori che sotto la dittatura argentina di Videla, hanno visto scomparire i loro figli. Gente normale, che potrebbe essere padre e madre degli aguzzini della Triple A. Padre e madre, sorella dei carabinieri e degli agenti carcerari stessi.

Qui non ci sono brigatisti, militanti di Al Qaeda. E neppure sindacalisti e studenti di sinistra che hanno avuto la sfortuna di pensarla così e di fare sindacato in un paese governato da fascisti. Qui ci sono ragazzi comuni con quantità minime di droga, padri e madri di famiglia, quelli che ti trovi di fianco a fare la spesa, che chiede un etto di prosciutto, quello di Parma.

Di fronte a una quantità così nutrita di episodi di violenza arbitraria, coperta e rimpallata tra organi dello Stato, si può dire che sia in atto un attacco generalizzato allo Stato di diritto stesso. In gioco ci sono le regole della civile convivenza, di fronte a bande che, coperte dallo spirito di corpo e dalla divisa, spadroneggiano come cazzo gli pare. 

Non è tutto perduto. Se gli onesti nelle forze di polizia, e sono tanti, si dissoceranno, denunceranno, parleranno, si esprimeranno. Se giornalisti coraggiosi, che non infangano il loro mestiere, che ricercano la verità, riprendereanno inmano il diritto di cronaca, di raccontare ai lettori. Se la società civile sarà capace di  mobilitarsi per dire basta. Per urlare che in un paese civile un cittadino sotto la potestà giudiziaria dello Stato, qualsiasi cosa abbia commesso, non può morire così. Non può morire senza una spiegazione. Non può morire pestato a sangue.

2 commenti:

  1. mi sorge spontanea una domanda: perchè non succede ai riina,agli spatola,o un sandokan qualsiasi,perchè non si è mai sentito di capimafia,o di assassini di vario calibro o di varia elezione?
    Perchè è sempre qualcuno della quotidianità,qualcuno della casa di fronte o di lato,qualcuno la cui unica colpa è quella di provare a vivere.
    perchè?

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  2. E' quello che mi chiedo spesso anch'io. I potenti incutono timore. I poveracci no. Spartaco

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