domenica 18 ottobre 2009

LIBERA CHIESA IN STATO OCCUPATO


Il caso della Binetti nelle votazioni per le legge contro l'omofobia, ha evidenziato nel PD quella che rappresenta sin dalla sua nascita una vera e propria tara politica: la mancanza di una scelta laica coerente. Fa strano che personaggi che vestono il cilicio e considerano malati gli omosessuali possano avere cittadinanza politica dentro una forza che si ritenga anche solo vagamente democratica. Sbattere fuori la Binetti dal partito potrebbe sembrare un atto di antidemocrazia. In realtà rappresenterebbe un atto di civiltà, un segnale forte e inequivoco per tutto il corpo elettorale: quel popolo di centro-sinistra che pone la laicità delle istituzioni come un caposaldo per uno stato realmente democratico e una società civile. E non ultimi, per tutti quei cattolici che sono cresciuti sul Vangelo, quello del porgi l'altra guancia, dei diritti umani, della fratellanza, del riconoscimento e condivisione del medesimo pane tra diversi. Non sono pochi e soprattutto non sono rappresentati da questa Chiesa che detta legge ovunque, che con questo governo più degli altri, tiene nell'arretratezza il paese sul piano della ricerca medico-scientifica e su quello dei diritti civili. Sembra di essere tornati al rapporto tra Chiesa e fascismo ai tempi di Mussolini. Alla Chiesa non interessano gli intrecci criminali di questa classe politica di regime con la mafia, la perversione di costume del premier Berlusconi. Interessa la pioggia di soldi per le scuole private, gli sgravi fiscali preferenziali, che rendono la Chiesa meno uguale di altri enti contribuenti. Su tutto questo il PD è molto ambiguo. Crede che attaccare la Chiesa quando questa condiziona la vita politica italiana, voglia dire alienarsi l'elettorato cattolico, che i cattolici siano tutti allineati sulle posizioni ratzingeriane. Crede che una politica laica porterebbe a perdere i voti dei "cittadini centristi e perbene". E si tiene pustole purulente e infette come la Binetti. Un'altra ragione per la quale oggi in Italia non esiste una vera opposizione al clericofascismo dominante. La questione della laicità dello stato e del suo portato di diritti civili, dalla questione delle coppie gay all'ora di religione, è un punto cardine per lo sviluppo della democrazia in Italia. Finché non si contrasterà con forza l'omofobia, finché su questo aspetto esisteranno ambiguità in chi si pone come forza d'opposizione maggioritaria, finché nel PD ci saranno personaggi più adatti ai secoli della santa inquisizione che a un partito moderno e laico, la politica del centro-sinistra sarà di subordine ideologico al pensiero dominante sostenuto dalle parti più reazionarie della società. Avrà ben poco da proporre e contribuirà a rendere meno liberi e con meno diritti milioni di cittadini.

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