sabato 19 dicembre 2009

ANARCHIA CAPITALISTICA



SIAMO AL CAPOLINEA
Altro che i petardi di quattro imbecilli "anarchici", più in odore di servizi segreti che altro. La vera bomba che farà esplodere l'intera comunità mondiale si chiama anarchia capitalista. Formale e informale. Il vertice di Copenaghen si è chiuso con un fallimento totale. Con uno stato di polizia che ha censurato e represso ogni voce di dissenso, neanche sto consesso di mentecatti fosse stato fatto a Pechino.
La risposta che i grandi interessi dei rappresentanti del capitale finanziario e delle multimazionali hanno dato al pianeta è "in culo al futuro delle prossime generazioni, ciò che conta sono i profitti immediati di pochi pescecani".
Nei giochi e negli equilibri da potenze mondiali si è sacrificato l'eco-sistema, la salvezza di intere parti del pianeta.  Questo sistema di relazioni economico-sociali basato sul mercato selvaggio, a cui fanno parte anche i paesi "emergenti" o quelli pseudocomunisti come la Cina, ha dimostrato di non avere in sé neppure l'istinto di specie.
Chi da sempre sacrifica i posti di lavoro nel nome della borsa e di strategie di riallocazione dei cicli produttivi in aree dove il costo del lavoro costa meno, chi da sempre gonfia ad arte i flussi di denaro e del credito con speculazioni che esulano dall'economia reale, mettendo quest'ultima in crisi con bolle che arricchiscono solo gli establishment bancari e broker criminali, è il diretto responsabile di quanto avverrà nei prossimi anni. Chi è da sempre così disinvolto a tenersi i profitti e a scaricare i costi sociali e ambientali delle sue scelte sull'intera collettività, va fermato prima che sia troppo tardi.
Questo sistema è un'anarchia totale, dove ogni consorteria, lobby, esecutivo di potere gioca la sua partita sul'orlo della fine della civiltà. Ormai senza ritegno. I media ci parlano di un nulla di fatto, come se si trattasse di una pura discussione su trattati commerciali. In realtà in ballo c'era e c'è molto di più.
Questi signori, che abbiano 50 stelle sulla bandiera come gli USA o 5 come la Cina, vivono della stessa logica, e hanno dimostrato di essere darwinianamente involuti.

CARTHAGO DELENDA EST
Tutti i movimenti di opposizione contadini e nelle metropoli, così come i paesi realmente indipendenti (come quelli presenti in America Latina, per fare un ottimo esempio), dovranno d'ora in poi come Catone il censore ripetere e ripetersi in un "Carthago delenda est" quello che deve essere un programma di vitale importanza per l'umanità: attaccare e distruggere quelli che ormai sono gli impulsi economici e politici all'autodistruzione del pianeta e dell'umanità che pervadono le nostre società, con le mafie al controllo delle istituzioni, le concentrazioni finanziarie sempre più criminali nel contesto in cui si pongono. E con governi che sono veri e propri organi di rappresentanza, anche quelli di "sinistra" di questi grumi di potere incancrenito.
Questo è il nuovo senso delle lotte popolari e di classe. Deve essere una lotta senza quartiere, democratica, civile e non-violenta laddove esistono sistemi con una soglia minima di democrazia elettorale e parlamentare, ma intransigente e radicale. La non violenza può essere esercitata anche con forme di lotta ben incisive come il boicottaggio, la riappropriazione, la disobbedienza e il sabotaggio di massa come ai tempi della prima guerra del Golfo. Come le lotte degli indiani contro il colonialismo britannico ai tempi di Gandhi. Se ci sono i presupposti, come forza di massa della società civile. Per questo occorre che nasca un fronte unitario della sinistra anticapitalistica, per una direzione politica dei movimenti che sorgeranno nei prossimi mesi e anni. Evitando le degenerazioni sempre in agguato.
Questi signori si sono arrogati il diritto di non decidere per continuare a sostenere i miopi interessi di pochi. Dovranno capire che questa responsabilità ha dei costi da pagare. In consenso, in gestione del loro ordine costituito, in difesa dei bottini delle loro rapine, ossia dei beni e risorse che hanno espropriato alle proprie comunità di appartenenza e svenduto agli interessi rapaci degli speculatori, nel nome dell'efficientismo (vedi la posizione bipartisan di PdL e PD sull'acqua).
Con le bolle speculative e un'organizzazione internazionale del lavoro, dove i paesi come Cina e India diventano le grandi fabbriche dell'Occidente, hanno ridotto milioni di persone nelle società a capitalismo avanzato nella disoccupazione più nera, i ceti medi si stanno avviando alla povertà e alla precarizzazione, le formulette alla Darendhorf sulla società dei due terzi non reggono più. La crisi è ormai è endemica.
Per dirla alla Lenin, si stanno realizzando tutte le condizioni per una gestione rivoluzionaria dei conflitti sociali. Per saldare le lotte delle masse contadine del terzo mondo e del proletariato urbano dei paesi della cintura periferica del capitalismo avanzato con i movimenti d'opposizione metropolitani e le lotte operaie che vanno crescendo in occidente. Rendiamoci conto che ormai le azioni di protesta operaie in tutto il paese-Italia non si contano più. Che urge un coordinamento e un'organizzazione operaia unitaria che vada oltre una ormai frantumata e inadeguata organizzazione sindacale. La CGIL è una risorsa importante per le lotte, ma non basta.
E' questa la direzione politica che mi aspetto dalle forze comuniste come Rifondazione, da quella ambientaliste come i Verdi, da una sinistra post-diesse. Non chiacchiere e salotti.





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