giovedì 10 dicembre 2009

NOBEL... IGNOBEL


Non c'è male: un aumento di 30 mila effettivi in Afghanistan e un pippone retorico a Oslo sulla necessità della guerra in certi casi storico-politici. E' la performance del presidente degli USA Barak Obama, che dopo essere stato sostenuto dagli elettori statunitensi progressisti, ora ascolta le lobbies che fanno affari con la guerra. Come Bush, la scusa è sempre quella della lotta al terrorismo e la difesa del popolo degli states. Le ragioni, in questo caso, sono piuttosto singolari: pur guardando all'esempio di personaggi come Martin Luther King e Gandhi, costoro non avrebbero potuto sconfiggere Hitler con la sola forza del pacifismo. Militarmente il ragionamento è inoppugnabile. Ma sul piano etico? E su quello politico? Perché se ragioniamo di guerre giuste e guerre ingiuste, ci sarebbe molto da dire sulla condotta degli Stati Uniti nel loro sviluppo nel mondo. Dal massacro delle tribù indiane in poi, è stato un florilegio di interventi sempre volti a sostenere interessi di una parte: quella degli industrali e finanzieri e poi delle multinazionali. Non starò a elencare i golpe e gli interventi armati, dal Centro e Sud America all'Asia, passando per il Vietnam e i colonnelli greci. E neppure le guerre spacciate per keep peacing. Il marito della signora che guida l'attuale politica estera statunitense è un'autorità in materia in merito, con gli "ottimi lavori" fatti nei Balcani negli anni '90 del secolo scorso. Ricordo ancora Surdulica, località serba dove è stato raso al suolo un asilo, con i bambini dentro. Piloti clintoniani e basi dalemiane. Grande "sinistra"... da urlare vendetta. Uno dei tanti episodi di una delle pagine più luride e vergognose scritte dalla NATO. Più in specifico, il caro Barack considera guerra giusta una guerra contro Al Qaeda: e che vada arginato l'integralismo islamista terroristico siamo tutti d'accordo. Ma la cosa mi suona male, perché sappiamo che interessi ci sono in ballo in quell'area. Perché alleato dell'occidente dell'alleanza atlantica è Karzhai: uno dei peggiori delinquenti mafiosi della storia del suo, paese, uno che ha appena preso il potere con brogli elettorali plateali, non certo un campione di democrazia. Ma lasciamo stare i delinquenti mafiosi al governo. Ci sarebbe molto da dire anche qui.

Barack, caro premio Nobel, hai mai sentito parlare dell'ONU? E se si mettessero il caschetto blu forze di varie nazioni, senza il solo casco da marine della volpe per eccellenza (e dei vari volpini alleati di convenienza), che come narra una vecchia storia, va a indagare nel pollaio... Via barack sono posizioni che fanno acqua le tue. E che offendono l'intelligenza di chi sa benissimo, tra l'altro, che dall'Afghanistan non se ne esce manu militari. Che lì si sono scraniati anche i russi, quando avevano una bella stella rossa sul colbacco e rappresentavano uno degli eserciti più potenti ed efficienti del pianeta. Proprio tu vuoi completare l'opera di Dabliu Bush e farti un bel Vietnam con tanto di sterminati cimiteri in Pennsylvania?

Se parliamo di guerre giuste e guerre ingiuste, forse ci sono altre guerre ad avere questo diritto a definirsi tali. Sono le guerre che gli oppressi fanno contro gli oppressori, gli invasori, gli sfruttatori, i regimi dittatoriali retti dai paesi potenti che devono mantenere un gaudente stile di vita per una bella massa di propri ceti medi e alti. Di solito queste guerre si chiamano rivoluzioni sociali o lotte di liberazione nazionali. Di solito non sono portate avanti da eserciti ipermoderni e da mercenari, ma da popolazioni che non possono vivere decentemente a causa di presidenti mentecatti di grandi paesi che decidono di pompare di quattrini i propri complessi militari industriali. Ti ricorda niente, caro Obama?
Il terrorismo è uno dei prodotti DOP della miseria. Miseria alimentata proprio dall'occidente capitalistico. L'integralismo ci trova terreno fertile. La lotta al terrorismo la si fa con più giustizia sociale, dando decenti prospettive di vita a popoli di cui Obama i tuoi concittadini, prima, non sapevano neppure l'esistenza sulla mappa geografica. E qui arriviamo ai Gandhi e ai Martin Luther King, dei cui esempi, Barack, ti riempi la bocca, facendoli rivoltare nella tomba.

Questa visione così ben espressa da Obama, rappresenta il limite di una politica falsamente progressista che sta impestando l'occidente negli ultimi decenni. E' la politica di chi pensa di poter conciliare interessi di potere, di lobbies, di circoli finanziari e di settori trainanti del industria, delle multinazionali, con una parvenza di giustizia sociale. Impossibile. Gli interessi degli uni sono la causa dell'inesistenza dell'altra. Ecco perché le politiche del PD, dei Toni Blair, degli Zapatero, anche se "popolari" in certi contesti politici e momenti storici, hanno le gambe corte e procedono ingannando popoli e classi sociali lungo il solco del pensiero unico.
Un vero riformismo dovrebbe essere rivoluzionario. Perché dovrebbe andare realmente contro determinati interessi. Anche per realizzare un po' di equità sociale in una società di mercato occorre un grande coraggio. Coraggio che tutta questa gente non ha. Che caro Barack non hai neppure tu. Prenditi il Nobel, ormai screditato come una statuetta holliwoodiana. E poi raccontaci che Cristo è morto dal freddo.


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