domenica 20 dicembre 2009

IlL PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA


Cinquant'anni di governi democristiani, sornioni, gattopardeschi, ci hanno insegnato che il gioco di questi esecutivi era quello di mantenere una soglia di libertà democratiche, intervenendo sulle questioni che potevano mettere a rischio il potere degli esecutivi stessi, di chi governava. I misteri sulle stragi venivano posti, le connivenze con chi gestiva i servizi deviati, Gladio, c'erano.
Ma c'erano anche uomini politici e correnti più aperte alle realtà sociali, il Veneto bianco, personaggi come Zaccagnini, veri democratici.
Nella balena bianca convivevano capibastone mafiosi e Acli. Con un gioco di equilibri che alla fine confermava e riproduceva lo stato di cose. I DC hanno convissuto anche con decenni di lotte sociali aspre, fortemente ideologizzate, anni di sinistra extra-parlamentare organizzata, di scontri di piazza, in un clima di tensione determinato da fattori interni: il partito comunista più grande dell'Europa occidentale, una sinistra egemone sul piano culturale, il fermento di mille laboratori di sperimentazione politica e sociale, lo sviluppo di una critica socio-culturale, non solo operaia e di classe, su grandi temi come il divorzio, l'aborto, il femminismo. Poi persino con la lotta armata delle organizzazioni combattenti comuniste come le Brigate Rosse, Prima Linea e altri corpi impazziti della galassia dell'estrema sinistra, che avevano un seguito e in rosario di omicidi politici.
E con tutti i fattori esterni in azione: gli USA tramite la CIA e i loro referenti dentro lo stato e tra i gruppi neofascisti, pronti al colpo di mano in caso di vittoria elettorale delle sinistre, con lo scopo di non perdere costi quel che costi un bastione essenziale nell'area mediterranea, della linea che divideva il mondo in due.
Ecco, i democristiani hanno mantenuto al centro la barra della navigazione. Inossidabili. Ogni caso oscuro veniva ricondotto nella normalità. Hanno metabolizzato tutto.
Poi sappiamo come, venute meno le condizioni di un confronto strategico tra NATO e Patto di Varsavia, caduto il muro di Berlino, anche i decenni di malversazioni, ruberie, tangenti e finanziamento illegale ai partiti, è poi emerso grazie al lavoro di giudici imparziali, diciamolo: che hanno fatto quello che ci si aspetta dal loro lavoro. La DC e i suoi alleati, il sistema di potere e alleanze, i legami con il mondo finanziario e industriale, sono finiti lì.

Oggi però, non ci sono più i fattori interni ed esterni che creavano tensioni sociali vaste. La snistra non è più egemone culturalmente. Oggi la cultura è quella dei nani e delle ballerine di Canale 5. Viene sgravato di tasse perché considerato prodotto culturale dal governo il cinepanettone cìdi Neri Parenti con De Sica e la Hunzicker. Oggi il fronte laico è frammentato, non c'è storia su questioni come la ricerca scientifica, la fecondazione assistita, il testamento biologico, le coppie gay. La chiesa cattolica impera. Oggi la sinistra extra-parlamentare non esiste. I movimenti politici, sociali e studenteschi come l'onda non hanno un altro profilo politico-progettuale, non ci sono organizzazioni strutturate radicate nelle lotte sociali. I comunisti sono gruppetti di nostalgici del salotto buono della TV. Non hanno neppure la statura di opposizione organizzata, unitaria come la Linke tedesca. Il terrorismo, narchico o brigatista, è un fenomeno sporadico, di pochi attivisti, più ad uso e consumo dei telegiornali e probabilmente quasi del tutto manovrato, che una realtà radicata in certe zone dell'antagonismo politico. Non c'è più il partito comunista più grande dell'occidente, ma c'è un agglomerato di vecchie forze dei partiti della prima repubblica che va dai democristiani di sinistra agli ex-pci, che si propone come forza di alternanza di un medesimo quadro politico-istituzionale viziato da leggi come il porcellum di Calderoli, dove i cittadini non possono più eleggere i propri rappresentanti e sono le segreterie dei partiti a scegliere i candidati ai seggi. C'è quindi un'opposizione molto morbida, che riconosce come interlocutori anche i mafiosi e i piduisti per spartirsi con questi pezzi dello stato. Una forza senza forti connotati sociali che si candida ad alternarsi a rappresentare i potentati finanziari e industriali esattamente come il PdL.
Oggi, dunque, in Parlamento, la sola a fare uno straccio di vera opposizione cè una forza politica borghese: l'Italia dei Valori, che viene demonizzata esattamente come la sinistra antagonista degli anni '70. Criminalizzata sempre con la complicità ambigua della medesima classe politica che guidava il PCI, che si distingue, che si vuole evidenziare come "dialogante", che accetta i clima di "amorevole confronto" dettato dal cavaliere.
Oggi non ci sono le condizioni politiche degli anni '70. Ma il disegno eversivo di Berlusconi e soci non è la politica dello status quo democristiano. I DC non si sarebbero mai sognati di attaccare il diritto di espressione sancito dalla Costituzione, non avrebbero mai parlato di censurare la rete, non avrebbero mai cercato di mettere il bavaglio al giornalismo scomodo.
Gli eredi della P2 di Gelli, senza cortina di ferro, senza Brigate Rosse e Lotta Continua, senza movimenti laici per i diritti civili ben rappresentati in Parlamento, senza egemonia culturale della sinistra, attaccano come tori qualsiasi forma di dissenso. L'epilogo è una società italiana più vicina alla Cecoslovacchia prima del crollo del muro. E' un campionario giuridico del peggio che la comunità mondiale abbia avuto nel Novecento in esercizio del potere e possibilità di esprimersi: dalla Stasi a qualche desaparecidos argentino. Da internet manipolato come in Cina. Sicuramente uno stato di polizia.
Tutto questo perché chi ha fatto nascere la seconda repubblica a suon di bombe nel '92, accordandosi con le cupole mafiose dell'epoca, non vuole un'altra tangentopoli, ha paura del lavoro dei magistrati. Ed è disposto ad affermare forme di controllo autoritario sui poteri dello stato e sulla stampa "scomoda", per completare del resto il piano che è stato da premessa costitutiva di Forza Italia.
Proprio per questo Berlusconi e soci sono pericolosi. Perché al contrario della DC, non devono difendere un potere costituito, ma devono sovvertirlo per instaurare un potere che insabbi tutto, che sostenga e renda definitivamente dominanti le clientele, le consorterie, i gruppi politici ed economici, massonici e clericofascisti che oggi hanno il governo. Sottolineo: solo il governo. Non il potere. C'è differenza. La stessa differenza che intercorre tra cittadini e sudditi, tra democrazia garantita da differenti poteri costituzionali, così come è stata studiata mirabilmente dai nostri padri che scrissero la Costituzione, e controllo di un esecutivo con mandato plebiscitario su tutti i poteri dello stato.
Quest'ultima è la nuova forma di totalitarismo in salsa reality show che si sta prefigurando. Con la stupida se non compartecipe ignavia di settori dell'opposizione PD, che stanno consegnando a nome nostro, con il loro immobilismo, questo potere di fatto agli eversori.
Questi eversori, i veri eversori della democrazia, della società civile e della civile convivenza, sono coloro che reprimono le espressioni di dissenso e chiudono spazi di democrazia senza pensarci due volte. Sono i veri provocatori perché con il loro operato fascista provocheranno risposte violente e pericolosi ritorni al passato. Direi di più: li auspicano per meglio colpire l'opposizione poi. Tutto studiato, tutto predisposto. Con l'imbecillità di un'opposizione inesistente.

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