domenica 20 marzo 2011

I CRETINI.


Ricapitoliamo. In Libia è in corso una guerra civile tra un rais totalitario e ribelli che si sono impadroniti di armi e mezzi militari.

L'occidente vede l'opportunità di rovesciare Gheddafi e togliere la sovranità economica ai libici, facendo diventare il loro paese un'immensa pompa di benzina per i paesi occidentali.

In particolare, Francia e Regno Unito, colgono l'occasione per modificare i rapporti influenza nel Mediterraneo, questo a discapito per esempio dell'Italia, anche se l'obiettivo principale è togliere la Cina dalle palle.

Quindi, iniziano le campagne media, che facendo leva sui morti tra la popolazione provocati dalla repressione di Gheddafi, iniziano a martellare le pubbliche opinioni, creando il nemico del momento. E' questo il primo bombardamento. In paesi come l'Italia, questo è un meccanismo ben collaudato, che arruola persino certe voci critiche (Mineo, Zucconi, ecc.).

Nel frattempo a livello di Nazioni Unite non viene fatto nulla per mettere le parti attorno a un tavolo. Grazie al mainstream mediatico, le potenze occidentali bloccano qualsiasi iniziativa diplomatica, facendo terra bruciata attorno a Gheddafi. Iniziative come quelle del Venezuela vengono del tutto ignorate dall'ONU. La preparazione dell'intervento prosegue.

Al di là delle propagande contrapposte (Gheddafi che parla di agenti di Al Qaeda e insorti e Occidente che mettono in rilievo la controparte come mera accozzaglia di truppe d'elite e mercenari), la guerra civile si connota di fatto come uno scontro armato tra due milizie con basi sociali reciproche che si combattono su tutto il territorio, qualcosa di ben diverso dalle rivolte civili in Tunisia e in Egitto, non violente, o comunque non con carattere di guerriglia.

A riprova di questo contesto, cambia lo scenario: gli insorti iniziano a perdere terreno. Qui, a questo punto scatta l'effetto che io definisco "Jo condor", dalla vecchia pubblictà della Ferrero, nella quale un "gigante buono" veniva chiamato da una comunità virtuosa per definizione (i buoni) per difenderla e punire il cattivo.

Ora, esistono tutte le condizioni perché l'ennesima operazione volta a sostenere certi interessi e non altri possa dispiegarsi come ragione suprema dei buoni contro i cattivi. Manca solo il placet della comunità internazionale, impersonificata da un ONU che ormai è un firma carte di decisioni prese altrove. Ma perché ci sia questo imprimatiur nel Consiglio di sicurezza, occorre l'astensione di Russia e Cina. Cosa che avviene a seguito, sicuramente, di contropartite. In futuro sapremo quali.

L'ONU approva e scatta l'operazione. Dopo la prima fase di bombardamenti, si vede subito che l'intento della coalizione va ben oltre la no-fly zone. L'obiettivo non è la difesa dei civili (che per altro iniziano a cadere a Tripoli sotto le bombe occidentali), ma la distruzione di tutte le infrastrutture militari dei lealisti a Gheddafi, con l'intento di sconfiggere il rais. Un'operazine che sul piano militare, se priva di forze di terra, apre a uno scenario di guerra civile prilungata, che produrrà nel tempo ancora più vittime civili, se non la scelta di trascinare in un nuovo Irak i paesi occodentali coivolti, Italia compresa.

In tutto questo l'Italia non ha avuto la capacità di assumere un'iniziativa che impedisse l'azione politico-militare di potenze alleate piuttosto golose di contratti e controllo economico del Mediterraneo. Una maggioranza screditata a livello internazionale, per le vicende ben note del suo premier e molto coinvolta nel business con il colonnello, ben più di altri paesi. Questa guerra, anche su un piano di "convenienza", penalizzerà l'Italia, ridimensionando il suo peso politico ed economico nel Mediterraneo. Ormai a dirlo sino parecchi esperti italiani, non certo pacifisti.

All'Italia non resta che ridurre a carta stracia il trattato con la Libia, fare da voltagabbana, concludere la brutta figura che stava già facendo da tempo (il biaciamani di Berlusconi al rais e altre faccenduole stravaganti) con i suoi alleati e accodarsi all'avventura dei "volonterosi". E sperare nella loro benevolenza, quando si tratterà di spartire il bottino.

In tutto questo, con il fallimento della politica estera italiana, con i rischi di una guerra sotto casa, cosa avrebbe potuto fare la "sinistra"? Fare finalmente una cosa di sinistra. Ossia non fare come il governo D'Alema fece nel 1999 con la crisi in Kossovo (lì era protagonista la NATO, ma la sostanza non cambia) e opporsi a questa ennesima operazione che di umanitario non ha nulla.

Bersani e soci non trovano di meglio che mettersi l'elemetto e contribuire a trascinare l'Italia in una guerra vergognosa, fatta solo per il petrolio e interessi di paesi altrui. Rispetto alla crisi balcanica, stavolta non si fanno garanti delle logiche di potenza della NATO. Questa volta fanno le mosche cocchiere della Francia e del Regno Unito, spacciando per orgoglio nazionale e dovere umanitario una totale assenza di elaborazione politica della situazione. Praticamente dei cretini. Con Napolitano completamente partito per la tangente, che nega l'evidenza: un uso delle forze armate per riportare il diritto (quale diritto? Cosa sarebbe succederebbe se i leghisti prendessero Milano con le armi?) non è guerra. Invece guerra lo è.

Conclusione: probabilmente persino la vecchia DC e i socialisti di Craxi (e sappiamo che razza di gente fosse), avrrebbero avuto più intelligenza politica di Berlusconi, Bersani, Di Pietro, Casini e di tutta questa classe politica che deve andarsene in blocco. Il "filorarabismo" andreottiano sarebbe stato capace di creare iniziative insieme ad altri paesi per avviare un dialogo tra le parti.

Invece, l'intera classe politica italiana ha sposato in blocco la logica del "crea il nemico per distruggerlo", del "con un mosto non si tratta", con cui le potenze occidentali vanno avanti per controllare intere aree del pianeta e far funzionare le proprie economie attraverso investimenti bellici, monetarismo selvaggio e guerre.

Nessuna di queste dirigenze di partito sa fare politica. Esprime solo gli interessi delle cricche multinazionali più potenti. Perché in questo caso, per esempio, Impregilo e l'Eni, che hanno investito milioni di euro in Libia, possono andarsene a quel paese. NESSUNO GOVERNANTE FRANCESE O INGLESE SI COMPORTEREBBE COSI'. Ecco perché sostengo che sono dei cretini.

Della pace ovviamente non se ne parla più, dell'art. 11 della nostra Costituzione neppure. Cosa aspettiamo a creare una coalizione politica che sostenga senza se e senza ma la pace, i diritti dei lavoratori, che difenda l'acqua come bene pubblico (il PD ha mandato al macero il sostegno ai lavoratori Fiat, ha posizioni privatistiche sull'acqua, ecc.). Bisogna essere per forza solo di Rifondazione?


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