venerdì 6 novembre 2009

7 NOVEMBRE 1917




Se ne parla poco, ma io la voglio ricordare, la Rivoluzione d'Ottobre. Non per nostalgia. Sappiamo bene quali mostri abbia partorito. Sappiamo come il primo stato operaio e contadino, la prima grande esperienza di rivoluzione democratica e socialista nel '900, nell'era della contemporaneità, si sia avvitata in una dittatura di partito, nell'esercizio di un potere antidemocratico e totalitario da parte di una burocrazia che era altro dalle classi sociali che avevano agito nel 1917.Io comunque voglio ricordarla, perché se la rivoluzione francese ha rappresentato la nascita delle democrazie liberali occidentali, e ha avviato alcuni dei fondamentali cambiamenti nel campo dei diritti civili e politici, l'uguaglianza dei cittadini nella società, la fine del potere assolutista delle vecchie classi nobiliari e delle monarchie, la Rivoluzione d'Ottobre, dal canto suo, ha rappresentato l'esperienza per eccellenza che ha messo in discussione il modo di produzione capitalistico, dal punto di vista delle classi salariate.
Perché punto centrale della critica marxista al pensiero liberale borghese è e sarà sempre il fatto che la liberaldemocrazia può semmai arrivare a una redistribuzione meno iniqua della ricchezza sociale, può tutt'al più garantire alcuni diritti a una buona qualità della vita alle classi meno abbienti. Sul piano sistemico può sviluppare una politica economica keynesiana volta a garantire i profitti sulla base di provvedimenti che aumenti le possibilità di consumare, può utilizzare i servizi sociali come valvola di sfogo delle tensioni sociali, i cosiddetti ammortizzatori. ma non mette in discussione il sistema stesso, la società che riproduce le ineguaglianze perché c'è una parte della società, delle classi egemoni che si appropria del lavoro altrui, delle risorse, del bene pubblico. Che crea e ricrea incessantemente le condizioni dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, un sistema che divide l'umanità in classi, ceti, corporazioni, consorterie.Il grande messaggio della Rivoluzione d'Ottobre è proprio questo. Sono ancora comunista non perché nostalgico di un sistema totalitario che ha avuto in spregio gli ideali stessi del comunismo (e la Cina tutt'oggi è la manifestazione evidente di questo). Ma perché penso che così come sia aberrante non coniugare il socialismo a una reale sovranità popolare, a una democrazia che sia esercizio di libertà di pensiero e di espressione politica, religiosa e culturale dei cittadini, quindi di un sistema politico pluralista, è altrettanto aberrante pensare che le nostre democrazie occidentali siano democrazie compiute senza una vera democrazia economica. Non può esservi rivoluzione socialista e comunista senza democrazia. Non può esservi vera democrazia senza esercizio anche della sovranità economica del bene comune, delle risorse, sulle attività umane, da parte dei cittadini.Rivoluzione francese e d'Ottobre sono entrambe importanti. E di entrambe vanno presi gli aspetti che pongono l'accento sull'eguaglianza sociale, che affrancano l'intera società dallo sfruttamento e dalla tirannia di pochi o molti che siano. 


Nessun commento:

Posta un commento