domenica 15 novembre 2009

A VOLTE RITORNANO


Immancabilmente, quando il paese versa in crisi politiche e sociali di una certa rilevanza, ritorna il terrorismo. Non credo nelle teorie dietrologiche per quanto riguarda il terrorismo di sinistra. Purtroppo spesso si ha a che fare con idealisti, e per questo più incontrollabili. Di queste scelte irreversibili, distruttive e autodistruttive, colgo il vuoto umano. Una forza rivoluzionaria dovrebbe essere creatrice di vita, di relazioni, di progetti per il bene di tutti, dovrebbe avere come valore insopprimibile il sommo rispetto per la vita umana. Non essere portatrice di morte e sofferenze, lutti e stragi.
Il volantino arrivato all'Unità di Bologna, a firma di sedicenti "NAT" è inquietante perché mostra la volontà di qualcuno di inserirsi nelle tensioni sociali che vanno crescendo. Negli anni '70, il terrorismo delle Brigate Rosse e delle organizzazioni armate di sinistra, aveva una base, ristretta ma comunque base sociale, un bacino antagonista alle istituzioni e ai partiti di massa costituzionali da cui pescare. L'ampiezza dello scontro che si sviluppò, con il suo strascico di vite distrutte da una parte e dall'altra, non fece che accelerare la battuta d'arresto del conflitto sociale, con una repressione che uscì dalle regole di uno Stato di diritto. Un emergenzialismo che pesa ancora oggi, perché ha orientato sino ad oggi ogni atteggiamento dello Stato nei confronti delle lotte sociali.
Poi seguirono gli anni del riflusso, della fine di un ciclo di lotte che aveva segnato gli anni '60 e '70. Il terrorismo di sinistra venne quasi del tutto debellato, ma proseguirono i suoi i rimasugli: chi si riteneva depositario dell'esperienza delle B.R., con alcuni omicidi eclatanti e qualche azione dimostrativa. Ciò non fu meno tragico nella sua insensatezza. Erano gli anni degli assassini di D'Antona e Biagi. Le nuove B.R., con il loro "attacco al cuore dello stato", reiteravano una formula avulsa da qualsiasi progetto politico credibile, anche dal punto di vista aberrante delle vecchie B.R. Non c'era più la "geometrica potenza", non c'erano più i "movimenti di massa". C'era l'assassinio testimoniale.
Oggi però, in questa fase di forte crisi sociale e politica, dove non esiste un'opposizione reale alla destra che va stravolgendo le regole base delle democrazie moderne, dove non esiste un partito di massa operaio e di classe, dove esiste però un magma conflittuale in crescita, il rischio di una ripresa della "lotta armata" e di un conflitto con gli apparati dello Stato, di una spinta a forme di violenza politica organizzata diviene tristemente concreto.
La visione politica distorta dei terroristi di sinistra risiede nel fatto che associano la democrazia, "borghese" finché vuoi, ma democrazia, al regime contro il proletariato. E non volendo accennare alle solite riduzioni "o bianco o nero" della loro visione politica, o alla fiducia in un'ora x, o nella specularità tra potere e contropotere, e cazzate di vario genere, il punto centrale per la rinascita di un movimento d'opposizione, con connotati di classe, che rovesci le consorterie al potere, è proprio la difesa e affermazione della democrazia reale nel paese.
Tra "l'inutile" voto e il fucile, c'è un mondo di pratiche non-violente di obiezione, boicottaggio, autoconvocazione, patrimonio di esperienze e rivoluzioni sociali i cui protagonisti, Gandhi, Martin Luther King solo per fare due nomi ben rappresentativi, avevano compreso. Sapevano che il piano sul quale si sviluppa un'autentica rivoluzione sociale non è lo stesso di quello delle classi dominanti. Non è la guerra, non è la violenza, ma un piano etico superiore che deve tradursi in lotta politica.
Chi sarà protagonista dello scontro sociale imminente, deve tenere presente questa linea di demarcazione, tra apologeti di un controstato o di un contropotere armato che abbiamo visto come storicamente abbia favorito l'avvento della reazione, abbia dato legittimità e agibilità politica alla repressione, e soggetti politici che rilanciano forte un progetto di piena attuazione della democrazia, anche e soprattutto sul piano economico. Perché qui, ora, ci sono in gioco le basi delle libertà civili, dei diritti politici, dei diritti di cittadinanza. Chi vuole fare i suoi tragici giochini armati sulla pelle delle categorie sociali che pretende di servire, va combattuto politicamente con grande forza, perché rappresenta la rovina di ogni movimento. Tra camorra, mafia, servizi deviati, guardie verdi e corpi dello Stato in vena di pestare i più deboli, ne ho abbastanza di gruppi militaristi. E adesso si aggiungono anche degli imbecilli utili ai poteri forti.

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