giovedì 5 novembre 2009

PROVE DI TOTALITARISMO


Berlusconi lancia la proposta delle elezioni dirette del premier, Alfano e Brunetta dichiarano di voler riformare la magistratura con o senza l’opposizione. Queste esternazioni sono fatte con lucidità e scienza: sono le prove generali della spallata che questo regime, nato dalle stragi di Capaci e via d’Amelio, darà alla democrazia italiana. Un teatro dei pupi che vede i sostenitori del piano di Gelli, Berlusconi e Lega da una parte e la falsa opposizione gli inciuciari con alla testa D’Alema, Rutelli, Fassino e ora Bersani, dall’altra. Consorterie di palazzo e di potere che si contendono pezzi di Stato, di pubbliche ammnistrazioni, ammanicati con la cricca De Benedetti & soci da una parte e Mediaset & soci dall’altra. Tutto questo mentre il paese reale è alle corde, mentre sta finendo la cassa integrazione per centinaia di migliaia di lavoratori, mentre molti di più sono per strada, mentre la crisi si sta acutizzando con buona pace di coloro che sostengono il contrario. In questo scenario, dove gli spazi di democrazia vengono sempre più ridotti dalle classi dirigenti, dove le classi dirigenti diventano sempre più regimi per fare fronte alla forte crisi economica, sociale, di risorse energetiche, ecosistemica, ben descritta nel pezzo precedente di Giulietto Chiesa, c’è solo il deserto, la totale assenza di un’opposizione sociale e politica. Chi ha coscienza di tutto questo non ha parola. E’ totalmente cancellato dalle agende mediatiche, e il più delle volte si rifugia nel settarismo autoreferenziale. La via italiana al socialismo non esiste più, sgretolata dai comitati d’affari e dai capibastone interni al PD. La CGIL e i sindacati di base resistono in un fortino che non dà sbocchi politici, divisi essi stessi tra di loro. Ci sono proprio tutte le condizioni per un colpo di mano vincente di una destra eversiva. Non sarà un fascismo vecchio stampo: le condizioni sociali e culturali oggi sono diverse. Ma sarà comunque un regime totalitario ammantato di falsa democrazia, accompagnato dai sorrisi ritoccati del grande ignobile timoniere mediatico.

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