giovedì 19 novembre 2009

NO ALL’ESTRADIZIONE DI CESARE BATTISTI


Nei post precedenti le mie posizioni sul terrorismo sono molto chiare. È un fenomeno criminale che va perseguito secondo le leggi dello stato di diritto.

Ma l’affaire di Cesare Battisti è un po’ diverso. Dobbiamo tornare indietro nel tempo, fino agli anni ’70. Le nuove generazioni non possono saperlo, ma in quegli anni checché ne dicano anche personaggi che dovrebbero essere garantisti e non lo sono mai stati (vedi i D’Alema, gli ex-PCI), lo Stato attaccò la lotta armata delle organizzazioni di estrema sinistra con provvedimenti emergenziali che violarono lo stato di diritto. Le nuove generazioni non sanno delle torture che subirono esponenti dell’autonomia milanese, i compagni della Barona, sigarette spente sulla pelle, testicoli schiacciati nei cassetti delle scrivanie. Con medici e magistrati “di sinistra” compiacenti (su questi ultimi meglio non fare nomi). E che dire delle torture ai bierre carcerieri di Dozier, all’acqua e sale, ai timpani rotti e alle finte esecuzioni a Cesare Di Lenardo? E alle esecuzioni sommarie, come l’irruzione a Genova nella base bierre di via Fracchia? E sono solo alcuni esempi del florilegio di azioni sporche che le forze dell’ordine misero in essere contro il terrorismo brigatista e la galassia del movimento antagonista. Un clima di caccia alle streghe, anni di carcerazione preventiva, arresti di massa, tanta gente finita dentro e non c’entrava un cazzo. Era comunista rivoluzionaria, antagonista e questo bastava.

Fu in quegli anni di terrorismo di stato, che ricordiamo era accompagnato da fatti oscuri come la strategia della tensione, delle bombe dei servizi deviati e dei fascisti nelle piazze e sui treni, in cui si inaugurò il pentitismo, che prende corpo la vicenda di Cesare Battisti. Allora bastava che un pentito, magari per avere ulteriori sconti sulla pena, ti indicasse, ed eri fatto. Se poi c’entravi qualcosa, ti davano tutto. Con il concorso morale davano secoli di carcere per omicidio a imputati colpevoli di semplice associazione sovversiva o banda armata o di reati minori. Trattamenti così non li ha mai avuti certo la mafia o la camorra. Per loro lo stato di diritto è un orologio svizzero. Per il PCI di allora tutto questo era normalità.

Rimando i dettagli del caso Battisti a www.carmillaonline.com, in cui esiste un dossier ben eloquente sul caso. Io posso solo dire che Battisti non ha avuto processi equi perché contumace e quindi nell’impossibilità di difendersi. Che è stato incriminato di omicidi avvenuti contemporanemente a centinaia di km di distanza, che è stato condannato sulla parola di pentiti inattendibili e personaggi allora minorenni e psicolabili.

Ma soprattutto che ci sono personaggi ben vicini a gruppi che orchestravano omicidi e stragi, però a destra, che oggi siedono sui banchi del Parlamento e stanno in questo Governo. Chi vuole intendere, intenda.

Io dico che Cesare Battisti ha pagato abbastanza per le sue scellerate scelte giovanili.  Anni di fuga, nascondigli, polizia dietro al culo, calunnie, isterie forcaiole. Certamente non deve pagare per cose che non ha commesso. Certamente non deve essere il capro espiatorio di un delirio collettivo, di una ritrovata ignobile pseudo-unità nazionale basata sul consenso acritico a questa casta di parassiti. Ci parlino un po’ della strage del 2 agosto, di Ustica, di Piazza Fontana che vede i parenti delle vittime risarcire lo Stato!!! Ci parlino un po’ dei segreti di Stato. Battisti non deve essere estradato.


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