sabato 14 novembre 2009

NEL TROIAIO ITALIA, DEVE NASCERE LA NUOVA RESISTENZA TRASVERSALE


L'8 settembre del '43 segnò l'inizio del riscatto nazionale contro il fascismo. Un regime che aveva portato il paese alla rovina, trascinandolo in una guerra di potenza, "il posto al sole". Un totalitarismo che appoggiò la "soluzione finale" del neonazismo con le leggi razziali contro gli ebrei. Tutto questo è storia. Così come la resistenza iniziata in quella data dall'antifascismo e da migliaia di italiani di tutti credo politici, è patrimonio comune della nazione e della democrazia italiana. Oggi si può certamente affermare che quella ritrovata unità nazionale nella lotta contro il nazifascismo rappresenta un valore imprescindibile per il nostro paese.
Nell'Italia di oggi, di fronte a 15 anni di leggi ad personam, di spallate contro la democrazia, di tentativi di presidenzialismo populista messi in opera da Berlusconi, sta nascendo una nuova resistenza, civile e democratica, trasversale, a contrasto di questo abominio. Anche questo è un valore. Non solo per un fatto di coesione, di ritrovato denominatore comune etico e costituzionale tra differenti anime politiche, estrazioni sociali, culture. Ma anche perché diventa sempre più chiaro che non è possibile una normale e democratica alternanza tra forze politiche leali e oneste, una gestione corretta della res publica, una limpida amministrazione del bene pubblico (che dovrebbe essere obiettivo di ogni forza politica di destra e di sinistra), fino a quando Berlusconi e i suoi tirapiedi più fedeli e acritici saranno al governo.
Questo lo stanno iniziando a capire anche a destra. Capiscono che l'ultima difesa dell'imputato Berlusconi con la "legge per i processi brevi", condita dall'ultimo atto razzista e discriminatorio sugli immigrati, per i quali la legge non varrà, rappresenta un evento destinato a creare forti tensioni anche in quella parte dell'elettorato che vota PdL per default. Questa legge è uno stravolgimento mortale per l'intero sistema giudiziario, verranno archiviati processi anche di un certo rilievo nazionale (bond argentini, Cirio Parmalat, ecc.) e decine di migliaia di cause giudiziarie. Quindi, non possono non esserci ricadute a livello politico e sociale.
Probabilmente Berlusconi deve coprire anche altro. In Sicilia i papelli mafiosi tirati fuori dal cappello del figlio di Ciancimino, rivelano aspetti inquietanti sulla nascita della seconda Repubblica. Un bubbone anche questo destinato a sconvolgere l'intero quadro politico.
Ormai 15 anni di potere neo-piduista Berlusconiano, inframezzato da governi di re tentenna come quelli di Amato, D'Alema, Prodi, sono troppi anche per il benpensante perbenista e moderato più fidelizzato. Per questo, mentre la nave fa acqua e Ubu Re delira tra cause milionarie  Mondadori e miliardarie con la moglie, i topi abbandonano la nave. O meglio, sono appena con una zampa sulle corde che danno al molo di un nuovo partito di centro, voluto dalle consorterie avverse a Berlusconi: pezzi importanti di potere finanziario e di apparati dello Stato.
Ma in tutto questo va detto che si va formando una piazza molto eterogenea e accomunata dalla parola d'ordine "Berlusconi a casa". Quella parte del mondo editoriale e dei media non controllata dal grande dittatore, pompa, fa gran cassa, ma stando bene attenta a non far tracimare la cosa in tensioni sociali incontrollabili dalle consorterie stesse e in forme di organizzazione politica esterne alla casta. Per questo, alla manifestazione che si preannuncia vasta e forte il 5 dicembre, organizzata da blogger autoconvocati (http://www.noberlusconiday.org/), il PD tira indietro il culo.
Ma la nuova resistenza, quella della società civile, non è qualcosa che puoi controllare. Oggi non ha dietro partiti politici. Occorre comprendere che in questa fase politica che sta attraversando il nostro paese, non si può che lavorare per creare un blocco politico e sociale trasversale che mandi a casa questo governo. Altro che partito di alternativa e non di opposizione su cui va cianciando Bersani. Mettersi la cravatta davanti a un delinquente... significa non aver capito un cazzo. O peggio.
Mandiamolo a casa e poi ragioniamo su tutto. Come si fece nel '43. Creiamo le condizioni politiche minime per salvare il paese, per avere una normale dialettica democratica tra forze sane. Utopia? No, necessità. All'estero ci guardano con stupore. Fino a che punto un popolo può accettare una sudditanza funzionale a interessi privati di un premier?
La partita va compresa, perché qui ci si gioca tutto. Se passa il presidenzialismo, se le leggi razziste volute dalla Lega si affermeranno nelle amministrazioni locali come a livello centrale, se la collusione mafie-imprenditoria-amministrazioni si affermerà in tutto il paese, l'Italia tornerà indietro di 66 anni. Al '43.
A chi vuole spezzare le reni ai cittadini, va risposto con un colpo di reni collettivo. Certo, lavoriamo per capire come uscire da tutto questo "da sinistra". Ma muoviamoci.

Nessun commento:

Posta un commento