mercoledì 16 febbraio 2011

EFFETTO DOMINO.


Va molto di moda oggi l'effetto domino. Come pedine di un domino crollano i regimi arabi del nordAfrica, come un domino insensato cadono per manovre speculative le economie dei paesi costringendo le comunità come quella europea a soccorsi dissanguanti.
E non si creda, ma come in un domino Berlusconi si trascinerà dietro un sacco di gente con la coscienza sporca e le tasche piene.

Sono tutti lì, attorno al faraone braccato dalla magistratura, a difenderlo contro ogni evidenza, con la consapevolezza che se cade lui, finiscono tante fortune politiche, si aprono archivi come porte segrete davanti ad Alì Babà. Un'ecatombe. Oggi non solo adestra c'è chi si sta giocando la pelle.

E se Berlusconi porterà il suo delirio di onnipotenza fino al golpismo di un insediamento perenne, contro le prerogative del Capo dello Stato e del Parlamento, l'effetto domino colpirà come un maglio poderoso, di furia popolare, anche la timida pseudo-opposizione. E non ce ne sarà per nessuno.

Ecco perché la sensazione è che siano tutti lì, quelli pro e quelli contro il cavaliere, a girare attorno alla questione, a palleggiasi la patata bollente di un cambiamento che se protratto oltre ogni limite lecito, sarà un terremoto.
Al di là delle sue sparate, Bersani lo sa. Lo sanno D'Alema e tutto lo stato maggiore PiDino.

Ecco perché sono in tanti a temere il crollo del tiranno. Berlusconi rappresenta l'attacco più efferato alla democrazia che il nostro paese abbia mai avuto dal dopoguerra in poi, ma non solo: è anche la minaccia più seria che ci sia mai stata a quel melenso equilibrio gattopardesco dove tutto sembra cambiare e non cambia mai un cazzo.

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