lunedì 21 febbraio 2011

FRATTINI: "SULLA LIBIA LA UE NON INTERFERISCA"


Mentre a Tripoli bruciano i palazzi del potere, il "nostro" ministro degli esteri Frattini lancia un monito all'Europa: non interferisca negli affari interni della Libia "cercando di esportare il proprio modello di democrazia". Ma come Frattini: per l'Afghanistan questo genere di export va bene, e magari con le bombe (è notizia di questi giorni di un ennessimo massacro N.A.T.O) e per la Libia no? Ma non si rende conto dell'incongruenza? Ci crede tutti così imbecilli?

E poi, dov'è l'amico Berlusconi? si chiederà Gheddafi, che forse si aspettava, oltre alla gnocca elargita durante la sua permanenza a Roma dal munifico cavaliere, un qualche sostegno diplomatico.
Comprenderà: tutto quello che l'Italia gli può dare ora, per non sputtanarsi definitivamente negli stessi ambiti europei e atlantici, è una frattiniana non ingerenza.

Del filo-arabismo berlusconiano ne abbiamo piene le tasche. Rieccheggia ancora nelle orecchie degli opinionisti la difesa sperticata cha la figlioletta di Craxi, Stefania, faceva di Ben Alì non appena un mese fa, mentre il regime tunisino, totalitario e corrotto, crollava a pezzi sotto la spinta popolare. Mentre la moglie di Alì, volava... alà, nella civile Europa con oltre una tonnellata di oro sottratto al suo amato popolo.

Il filo-arabismo di Berlusconi, non ha nulla a che vedere con quello sottile, raffinato, furbo e doroteo degli anni '70: un prodigio di realpolitik a difesa degli interessi italiani e del'Eni nel bacino mediterraneo e medio-orientale. Quello di Berlusconi ne è una pallida parodia. Se ci fosse stato Andreotti... certo il gobbo malefico non si sarebbe trovato con la bocca piena di merda. Perché il filo-arabismo italiano di quegli anni non arrivava a compromettersi con frequentazioni disinvolte. Soprattutto a base di puttane.

Il fatto è che Berlusconi come una ragazza di paese che cede al fascino della divisa, ha una certa passione per i dittatori. Putin e Gheddafi in primis. Ma anche i satrapi del Cremlino della profonda Asia Centrale. Questo disturba da sempre gli alleati, USA in testa, che nella migliore delle ipotesi e come rivelato da Wikileaks, ha considerato il cavaliere come un utile idiota.

La questione in realtà è ben più seria: la Libia è il nostro primo fornitore di gas, per non parlare del petrolio, che rappresenta il 40% della nostra domanda. Inoltre, in Libia abbiamo interessi economici, appalti come quello dell'Impregilo. Per non parlare delle operazioni di controllo dei flussi di migranti che la Libia ha eseguito a fronte di contropartite economiche, violando i diritti umani, esercitando torture ed abbandoni in pieno deserto dei profughi, come il "nostro governo" sa bene.


Ecco spiegata la "non ingerenza" posta all'Europa da Frattini-ergo-Berlusconi. Le puttane al rais sono solo un contorno, folklore. In un contesto geo-politico che ci compromette come paese democratico, che fa cadere la nostra credibilità al livello di un qualsiasi regime bananiero.

E questo è il meno. Come sarà il prossimo futuro dell'Italia se sarà colpita a fondo nel lato più debole della sua economia: le risorse energetiche? Una questione che nessun governo ha mai lontanamente risolto, confidando sull'italico tirare a campà e su interlocutori impresentabili. Senza studiare contromisure, senza una politica energetica che ci mettesse al riparo dai ricatti di paesi terzi e dalle loro altalenanti fortune e sfortune.

Qual era la contromisura: il nucleare a babbo morto, già bocciato per altro da un referendum popolare, mentre gran parte dei paesi nel mondo lo dismettono con non poche difficoltà?
Beh, intanto che aspettiamo le centrali nucleari nel 2050, possiamo tornare alla lampada di Aladino.

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