lunedì 20 dicembre 2010

FASCISTI IN AZIONE


Adesso si scopre il nome dell'aggressore di Cristiano, lo studente minorenne romano preso da un colpo di casco durante la manifestazione del 14 scorso. Tal Manuel de Santis, che secondo le ricostruzioni dei testimoni, era a difesa del blindato dei Carabinieri insieme ad altri due individui, "per far defluire meglio il corteo" dice lui. Con saluti romani e frasi fasciste dei suoi compari verso Cristiano a terra dopo l'aggressione, sostengono i testimoni.
E a ben guardare la foto che ho preso da corriere.it, riportata qui sopra, queste testimonianze sembrano dcl tutto avvalorate.

Che ci facevano dei fascisti nella manifestazione degli studenti e dei precari? I genitori e l'avvocanto del de Santis si sono subito premurati di dire che Manuel è un cane sciolto. Così sciolto da agire come un vero e proprio squadrista di professione.
La storia insegna che quando le lotte crescono, crescono anche gli infiltrati e le provocazioni. In particolare i neofascisti hanno una lunga pratica, da Mario Merlino nel '69 fino ai giorni nostri, nell'infilarsi dentro le manifestazioni di piazza della sinistra di movimento.

Può anche essere che dei fascisti abbiano voluto condividere spontaneamente i contenuti di un movimento che è di segno politico opposto a loro. Ma le azioni che hanno messo in opera mostrano l'attività di un servizio d'ordine parapoliziesco.
Per questo la vigilanza va aumentata, da parte di questo giovane movimento. Vanno superate le ingenuità, ci si deve dotare di un adeguato livello di organizzazione nelle piazze, durante i percorsi delle manifestazioni, di un servizio d'ordine. Non è solo un momento di crescita politica e organizzativa per rendere stabile e sicura la lotta. E' anche una necessità per fermare ogni provocazione, ogni manovra che verrà inevitabilmente messa in atto dai nemici di questo movimento. Soprattutto da fascisti e agenti in borghese infiltrati.

Se il movimento non sarà in grado di dare una coerenza politica alla sua azione, anche in campo aperto, sarà oggetto di facili criminalizzazioni, verrà sminuito agli occhi dell'opinione pubblica.
Negli anni '70 ogni spezzone aveva il suo servizio d'ordine. Basterebbe che ogni realtà si autorganizzasse per gestire la piazza, condividendo pratiche e iniziative con gli altri gruppi. Sarebbe più facile individuare le azioni anomale, le provocazioni e isolarle.
Imparare un po' dal passato. Solo un po', non guasta.


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