venerdì 3 dicembre 2010

LA SCELTA DI MARIO, LA SCELTA DI DANTE.


Mario Monicelli, uno dei grandi del cinema non solo italiano ma mondiale, ha scelto di togliersi la vita a 95 anni, dopo una diagnosi di tumore alla prostata.
Si è buttato dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni di Roma.
Ovviamente la cosa ha scatenato il putiferio, la strumentalizzazione da parte dei pro e contro l'eutanasia non poteva mancare.
Personalmente ritengo che la sfiga più grossa sia quella di trovarsi in questa situazione, o nella situazione di Welby. Ma proprio per questo, di fronte a un dramma che sconvolge la vita di migliaia di persone ogni anno, non si può non prendere posizione.
Io sono favorevole alla dolce morte, è un diritto inalienabile dell'essere umano quello di scegliere di porre fine alla propria vita nel momento in cui la sofferenza e lo stadio terminale di una malattia o di una condizione che non ti dà scampo diviene intollerabile.

E' una situazione che non si può immaginare, figuriamoci capire. Ma bisogna proprio viverla in prima persona, per arrivare a usare un minimo di buon senso e rispettare questo tipo di scelta?
Solo il pregiudizio e il fanatismo religioso e ideologico possono pensare di condizionare le scelte di migliaia di persone che vedono in questo atto il gesto più dignitoso, magari l'ultimo che possono compiere da individui senzienti.

Mario si è risparmiato con tutta probabilità un rosario allucinante di sofferenze, di cure e operazioni invasive quanto inutili.
Mi viene in mente un giovane: Dante di Nanni (nella foto), che nella Torino sotto occupazione nazifascista, partigiano ferito in un appartamento circondato dai repubblichini, dopo aver combattuto e aver mandato all'inferno un bel numero di queste belve, scelse l'ultimo colpo rimastogli nell'arma, e che aveva destinato a sé, per seccare l'ultima carogna apparsa sui tetti di fronte. Ma poi Dante si mise in piedi sulla finestra, alzò il pugno e si buttò nel vuoto.

Ecco, la scelta di Mario mi ricorda quella di Dante di Nanni. E in culo alle carogne in persona e in condizioni.

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