domenica 19 dicembre 2010

SIAMO AL FASCISMO


"Dopo la proposta di estendere il Daspo alle piazze, lanciata dal sottosegretario dell'Interno Mantovano e accolta dal ministro Maroni, arriva quella di «una vasta e decisa azione preventiva». Autore, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. Parlando degli scontri del 14 dicembre a Roma si è espresso così: «Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara (segretario e presidente dell'Associazione nazionale magistrati, ndr), qui ci vuole un 7 aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 (in realtà era il 1979,ndr) in cui furono arrestati tanti capi dell'estrema sinistra collusi con il terrorismo. " (corriere.it)

Non è un caso che una proposta del genere faccia riferimento a una delle pagine più buie della nostra Repubblica: il 7 aprile 1979, quando Calogero, non il robot del carosello della cera Grey in voga negli anni '60 con Franchi e Ingrassia, ma un giudice "inquadrato" ugualmente nel piano politico di distruzione dell'opposizione sociale e del movimento antagonista degli anni'70, iniziava la stagione degli arresti arbitrari e indiscriminati sui militanti della sinistra extra-parlamentare dell'epoca. Da cui l'omonimo teorema. Ecco, nell'Italia scossa finalmente da un'opposizione sociale non certo "nemica totale" delle istituzioni come negli anni '70, ma di protesta e proposta democratica nel nome di diritti sociali, del lavoro, dello studio calpestati da questo governo, un fascista prende per modello questo teorema, anch'esso fascista anche se di segno opposto (stalinista?), per passare come un rullo compressore sulle lotte e sui neonati movimenti dei lavoratori, dei precari, degli studenti e dei cittadini che subiscono situazioni di degrado come i rifiuti o la gestione post-terremoto all'Acquila.

Forse per farla digerire meglio alle opposizioni "democrist-post-comunist" che tutto sommato si stanno inciuciando nel nome di un mai sopito compromesso storico, che oggi ha il sapore di un nuovo aventino demenziale, di fronte ad aule sordide e grigie, ma più che altro mercantili, che assicureranno al nuovo despota nuove settimane per completare la distruzione di un tessuto connettivo sociale democratico e le basi costitutive stesse della nostra pur zoppa democrazia.

I neodementi Bersani e soci, che vanno ad autoannettersi al terzo polo, indebolendo nel contempo le possibilità di un centro-destra antiberlusconiano più forte perché non inquinato dalla sinistra (secondo il logico punto di vista dell'elettorato di destra, che torna così a Berlusconi) e la sinistra stessa (lasciando Vendola e il "popolo di sinistra" orfano delle primarie), diranno che questo che vuole Gasparri è un provvedimento fascista, che quando loro seguivano fratelli maggiori come Lama e Pecchioli, c'era la giusta causa, che l'equazione autonomia=bierre era cosa buona e giusta.

Ecco dunque perché il fascismo può passare nel nostro paese, tra un culo di velina e un dibattito televisivo. Perché questa opposizione cialtrona e ignobile non ha gli anticorpi della democrazia, perché non ha il senso dello stato di diritto. E lo stato di diritto, come allora diceva che per essere un bierre occorrevano prove materiali e non presunte connessioni ideologiche, parole di pentiti e supposizioni erette a prove, oggi glissa sul fatto che andare a manifestare davanti al Parlamento è un diritto di tutti i cittadini, non solo dei rassicuranti sindacati di polizia. Diritto negato e che ha scatenato i fatti del 14 e non viceversa. Lo stato di diritto passa per la tutela delle libertà di espressione e di manifestazione, diritti politici essenziali. Esattamente quelli che i fascisti che abbiamo al governo, pardon: regime della tratta dei voti parlamentari, vogliono negare e sopprimere. Dove non arrivano i media, arriva la repressione.

Si era iniziato in sordina, con il togliere striscioni, cartelli critici e fermare in modo poliziesco le voci di dissenso durante le parate dei politici e della cariche dello stato, Napolitano incluso. A negare la possibilità di manifestare nei luoghi simbolo della politica e delle istituzioni, che non sono di proprietà di Berlusconi o di Gasparri e neppure di Bersani e Fassino, ma di tutti i cittadini (li paghiamo per reprimerci!). Ora si arriva agli arresti preventivi? Ma di chi? mi chiedo io. Chi vuole arrestare Gasparri il fascista, il mazziere dei "bontempi" che furono? Mi attendo dei distinguo tra buoni e cattivi anche dalla cd opposizione. Se passasse il provvedimento auspicato da Gasparri, il livello di azione repressiva a cui siamo giunti sarebbe ormai da colonnelli greci, ma l'allegra comitiva del PD va in gita da Casini e Fini. Non dimenticate la merenda.

Io dell'aventino demenziale non mi fido. La sola forza politica che può contrastare la degenerazione autoritaria è quella generata dai movimenti. La lotta e la mobilitazione delle realtà che si sono già mosse è la sola linea del Piave coerente per riaffermare una soglia minima di democrazia reale nel nostro paese.

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