mercoledì 8 dicembre 2010

L'AFFAIRE JULIAN ASSANGE E LA DEMOCRAZIA GLOBALE


Ora mi è un po' più chiaro il contesto in cui è maturata la vicenda di Wikileaks. Le modalità dell'arresto di Assange, per un presunto stupro (rapporti sessuali consenzienti ma non protetti con due simpatizzanti), a Londra su mandato di cattura svedese, una scusa per acciuffarlo per le palle e consegnarlo agli USA, sono solo lo scenario.
In gioco c'è altro, il diritto dei cittadini di sapere quello che fanno le diplomazie e i servizi dei propri paesi.

Ritengo pertanto giusta, anche se non legalmente lecita, l'appropriazione di documenti riservati, e sacrosanta la loro divulgazione. Giudizi come "terrorismo" e "pirateria" sono solo balle. In realtà l'azione di Wikileaks, come di migliaia di agenzie stampa, blogger e media indipendenti è un fenomeno di contrasto del monopolio informativo a cui ci sottopongono governi e regimi di tutto il mondo.
La persecuzione ad Assange non è tanto diversa da quella fatta a Liu Xiaobo e a tutti coloro che in Cina tentano di forare il muro di censura e disinformazione del grande regime pseudo-comunista asiatico. Solo che la Cina "non è vicina" e nelle "democrazie" occidentali la repressione alla libera informazione deve prendere spesso giri tortuosi.
Ma il risultato è il medesimo. Se dai fastidio, vieni schiacciato.

Così, l'opposizione e l'azione tendente a far emergere verità scomode e ad affermatre il diritto a un'informazione libera da parte dei cittadini è un fenomeno inevitabile. Che nei paesi in cui si godono maggiori libertà politiche e civili, trovano ancora più forza e incisività. Infatti, l'attacco informatico degli hacker a Paypall e ad altri siti per il pagamento elettronico che hanno bloccato i pagamenti quindi il sostegno a Wikileaks, è un momento di questa lotta democratica dal basso, per l'informazione e la trasparenza.
Non solo, ci fa vedere la nuova frontiera dello scontro sociale e politico: la rete. Lo si è visto in paesi come la Cina e l'Iran. In Occidente sta assumendo i contorni di un'azione legislativa (come le leggi bipartisan contro la libertà di espressione in internet, con scuse come il contrasto alla pedofilia...).
Nella rete s'informano, condividono conoscenze e prendono coscienza milioni di soggetti, al di là delle diverse regioni geografiche e appartenenze culturali.
Per questo la rete fa paura a tutti i governanti del mondo globalizzato. "Democratici" o "dittatori".

L'assalto dal basso ai bastioni della disinformazione mediatica, dei flussi di danaro e di narrazioni artificiali precostituite del potere capitalistico gobalizzato, è ciò che i movimenti devono fare proprio e rivendicare. Creare isole informative e di condivisione generalizzata delle informazioni e dei saperi, usare e trasmettere le competenze informatiche per hackerare i network del dominio di ogni colore, deve divenire parte della strategia di lotta politica delle opposizioni, a partire da quelle antimperialiste e no-global.
Per questo, occorre mobilitarsi anche per la liberazione di Assange, smascherare i tentativi di attaccare con lui la libertà d'informazione e la libertà dei cittadini di conoscere le porcate, le operazioni sporche, le stragi e fatti inquietanti come in Italia, che gli establishment portano avanti da sempre.

La risposta repressiva in occidente è più sottile. Segue il filo esile dei cavilli legali delle legislazioni vigenti. Corre nella rete e nei media con campagne mediatiche. Ha il sapore elettronico delle inibizioni e degli attacchi di hacker asserviti ai siti liberi. Ha l'arroganza informale delle pressioni su server e company varie che ospitano i siti liberi e consentono i pagamenti da parte dei sostenitori.
Il fatto che sia più sottile non significa che non sia più odiosa e reazionaria, più prepotente e fascista.

Diviene sempre più chiaro che la battaglia democratica per la libera espressione, per governance trasparenti, che non siano meri prodotti di operazioni mediatiche fatte dai poteri forti, ci sta facendo intravedere una nuova categoria che trascende le specifiche ideologie, i singoli sistemi economico-sociali, nazioni: la democrazia globale. Il diritto alla democrazia, quella vera, non quella addomesticata, appestata da lobbies e cordate, condizionata dalle caste di regime.
Questo è il nuovo fronte di lotta, la base per affermare una società più giusta, politiche popolari. Difendere Wikileaks è importante per questo.

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