lunedì 27 dicembre 2010

ITALIA DEI MALORI


De Magistris apre la questione morale all'interno dell'Italia dei Valori, dopo il malore venuto a chi ha votato questo partito nel vedere ben tre deputati eletti nella lista "più anti-berlusconiana che ci sia", andare a sorreggere il governo Berlusconi. Di Pietro con una logica personalistica, controbatte sostenendo che chi critica vuole prendere il posto del criticato.
Insomma, uno spettacolino poco edificante, un teatrino dei buratini con bastoni metaforici che roteano tra un pupo e l'altro, che denotano che il problema vero dell'IdV non è la questione morale nel partito, ma il partito stesso.

Non c'è dubbio che l'Italia dei Valori sia un partito ritagliato sulla personalità del suo leader, Antonio di Pietro. Come dire che nei partiti politici moderni e di sinistra, è stato tolto il tanto vituperato centralismo democratico, per lasciar posto a riedizioni in "re minore" di culti della personalità.
Nemmeno il nome "Vendola" sul simbolo di Sinistra Ecologia e Libertà mi piace, sono esplicito. La questione democratica nel nostro paese riguarda anche la forma, perché la sostanza è che noi cittadini subiamo il bello e cattivo tempo di stati maggiori che si autoperpetrano in modo avulso dalle lotte sociali, dai movimenti, dalle realtà, nei quali tutt'al più vanno a caccia di adesioni e voti, senza alcun rapporto organico e dialettico con la base che aspirano a rappresentare.

L'esempio dell'IdV è il più lampante. Tutto si regge sul Tonino capitano coraggioso, per cui la corte dei miracoli che imbarca, non solo è composta da yes men pronti a fare il salto della quaglia, è fatta da politicanti riciclati o inesperti, con un tasso di democrazia interna pari allo zero virgola dello stronzio sciolto nell'acqua minerale.

Lo abbiamo visto con de Gregorio, uno dei politicanti più squallidi e laidi che abbiano mai calcato i pavemienti già luridi del palazzone. E continuiamo a vederlo con i scilipoti d'ogni risma, privi di basi politiche serie, pronti a vendersi e a fare scelte di convenienza.

Che fare? Si sarebbe domandato il buon Lenin. Niente. Questi partiti raccolgono solo parte della protesta sociale, come Beppe Grillo, senza aprire a percorsi realmente democratici e di massa.
Il de Magistris può poco o nulla. Faccia il suo ottimo lavoro al Parlamento Europeo finché potrà. Ma poi è chiaro: finita la festa, gabbati li santi. Il dopo Berlusconi vedrà l'IdV avvitarsi su se stessa e implodere. Tra pernacchie pulcinellesche dei scilipoti che andranno a fare danni altrove. E' la politica italiana.

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